Cagliari storica: Marina, quartiere multietnico dove cristiani e musulmani convivono pacificamente
Andiamo alla scoperta della Marina, uno dei quattro quartieri storici di Cagliari. Un rione multietnico, dove cristiani e musulmani convivono pacificamente e interagiscono tra loro in un clima di fratellanza e amicizia.
Se c’è a Cagliari un quartiere multietnico per eccellenza, quello è senza ombra di dubbio la Marina. Uno dei quattro rioni storici della città, fu fondato dai pisani nel XIII secolo d.C. inizialmente per ospitare magazzini e come dimora di chi lavorava al porto. A partire dal XIV secolo passò sotto la dominazione aragonese e spagnola e divenne centro di mercanti e pescatori; proprio da quel secolo la Marina cominciò ad assumere la sua connotazione multietnica: vi si stabilirono popolazioni provenienti da terre e città con cui c’erano maggiori rapporti commerciali.
Oggi quella tradizione multiculturale prosegue e il quartiere è divenuto un crocevia di culture, tradizioni, religioni e nazionalità diverse, tra profumi di spezie, aromi di ristoranti etnici e sardi. La comunità religiosa più numerosa, ovviamente dopo quella cristiana, è quella musulmana. Fedeli di varie nazionalità si riuniscono nel locale adibito a moschea sito in via del Collegio; ogni venerdì, il giorno della preghiera, viene allestito un grande tappeto anche all’esterno del locale, lungo la strada. «La gente che abita qui, senza che noi glielo chiediamo, sposta le auto poco prima dell’orario di preghiera», dice Triki Mehrez, l’imam tunisino residente a Cagliari da 37 anni, sposato con una sarda, e che dal 1994 è a capo della comunità del capoluogo.
Sono circa 2000 i fedeli musulmani che frequentano la moschea, un numero in crescita negli ultimi anni in seguito all’arrivo dei migranti. «Eccetto qualche episodio isolato (qualcuno che ci ha detto che dobbiamo tornare a casa nostra), abbiamo sempre vissuto in armonia con la gente del posto – prosegue l’imam – C’è rispetto reciproco e collaborazione. Nel 2016 pregammo insieme, mussulmani e cristiani, per la pace e contro il terrorismo».
Poco più in là, nell’omonima piazza, c’è la chiesa parrocchiale di Sant’Eulalia, che sovrasta il quartiere Marina da sopra la scalinata. È la più antica tra le sette chiese del rione (XIV secolo; le altre sono Sant’Agostino, San Sepolcro, Santa Rosalia, San Francesco di Paola, Sant’Antonio Abate e la chiesa delle monache Cappuccine). «La comunità cattolica che frequenta Sant’Eulalia vive la pienezza della fede» sottolinea il parroco, nonché direttore della Caritas diocesana di Cagliari, don Marco Lai.
Sant’Eulalia è simbolo della convivenza tra culti differenti, del rispetto reciproco, della solidarietà e dell’accoglienza. «Nei nostri spazi ospitiamo spesso cristiani di culto ortodosso, ma anche i musulmani. Questi ultimi, in occasione della festa di Abramo, possono usufruire della parrocchia» prosegue don Lai. «Inoltre, qui i ragazzi migranti vengono a studiare l’italiano. L’oratorio e il campo di basket sono frequentati sia da italiani che da stranieri». Poi c’è il centro di ascolto cittadino ed extra cittadino “Kepos” (nome greco per “giardino”) a cui si rivolgono molti dei migranti della zona.
La convivenza, dunque, qui funziona benissimo. «Non c’è nessun pregiudizio da parte dei fedeli italiani che frequentano la nostra parrocchia – ribadisce don Lai – Sant’Eulalia è una chiesa che accogli e dialoga, nel nome della solidarietà e della fratellanza».