Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tutti i tormenti del centrosinistra Coalizione tradizionale o nuovi confini? I partiti appaiono divi

Fonte: L'Unione Sarda
29 agosto 2018

C'è chi guarda fino a Forza Italia. Vertice Uras-Cani, il Pds cerca la convergenza nazionale

Tutti i tormenti del centrosinistra Coalizione tradizionale o nuovi confini? I partiti appaiono divisi


Forse il centrosinistra non sarà più il centrosinistra. Almeno non quello che ha governato in Sardegna negli ultimi cinque anni. È l'effetto polarizzazione di Lega e Movimento Cinquestelle che, complice anche l'allontanamento progressivo tra Carroccio e Forza Italia, in vista delle Regionali induce le forze politiche a cercare nuove soluzioni.
«È tempo di decisioni coraggiose e innovative», ripete da giorni Luciano Uras (Campo Progressista). Lo ha ribadito anche ieri nella sede del Pd a Cagliari, in occasione di un incontro con il segretario dem, Emanuele Cani: «Lo schema degli schieramenti ideologici va superato», è l'idea dell'ex senatore, «lavoriamo per una nuova alleanza per i sardi che sia la più ampia possibile, fino a coinvolgere tutte le forze democratiche di ispirazione liberale, cattolica, di sinistra e identitaria».
I TEMI Una coalizione che metta «al centro le questioni dell'insularità, della continuità territoriale, dei rapporti economico-finanziari con lo Stato». I temi, insomma, perché l'urgenza, sostiene Uras, «non è quella di vincere le elezioni ma di risollevarci da una crisi decennale». Cani ha condiviso, e d'altra parte fin dal giorno in cui è diventato segretario ha insistito sulla necessità di “allargare” in vista di febbraio 2019, in particolare al mondo del civismo e dei sindaci. Ma allargare fino a che punto?
«Il campo politico è in piena ridefinizione - dice il segretario Pd - e ciò che accade a livello nazionale ci invita a guardare a qualcosa che sia fortemente innovativo, che restituisca ai cittadini gli strumenti per un'opposizione al populismo che non condividiamo».
GLI ALLEATI Qualcosa che possa sfiorare magari parti politiche tradizionalmente avverse come Forza Italia? Uras intanto rivendica il fatto di essere stato uno dei primi a firmare la proposta di legge popolare per l'introduzione del principio di insularità in Costituzione. Una battaglia lanciata da esponenti dei Riformatori sardi e abbracciata da FI. «Ci troviamo in una fase in cui l'interesse della comunità deve superare i limiti che ci siamo posti», osserva. E comunque «anche in Parlamento mi è capitato di lavorare in tandem con Emilio Floris su alcuni provvedimenti nell'interesse della Sardegna». Cani si sbilancia meno ma ammette: «La situazione generale ci obbliga a una riflessione profonda».
Niente da nascondere sulle relazioni intessute nell'ultimo periodo dal segretario del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda, lanciato in un progetto di convergenza nazionale che elimini gli steccati delle coalizioni consolidate, per riunirsi sul tema di una Costituente sarda. «Abbiamo contatti frequenti con i Riformatori sardi - afferma - con Più Europa di Emma Bonino, con i socialisti, abbiamo riaperto il dialogo con i Rossomori, partecipiamo con numeri rilevanti alla rete degli amministratori indipendentisti della Sardegna, e abbiamo relazioni frequenti con Forza Italia, abbiamo incontrato ripetutamente il Psd'Az».
LA SINISTRA All'ampiezza delle alleanze però c'è un limite. «Una coalizione deve comunque porre dei paletti su posizioni che da sempre sono in antitesi rispetto a noi», avverte il capogruppo in Consiglio regionale di Art. 1-Sdp, Daniele Cocco. Che confessa di condividere in pieno la posizione del presidente dell'Anci, Emiliano Deiana, il quale scrive su Facebook che «se il centrosinistra si presenta in modo classico verrà travolto anche se candida Maradona. Bisogna fare come si faceva anticamente nei Comuni: proporre una grande coalizione Civica con un passo indietro dei partiti per promuovere altre idee e persone».
Vale anche per l'ipotesi di Massimo Zedda come candidato alla presidenza: «Funzionerebbe - osserva Deiana - solo se il passo indietro fosse sostanziale e se si mettesse davvero al centro del programma la Sardegna, i sardi in Europa e nel Mediterraneo, e un'azione dialettica con lo Stato italiano».
Roberto Murgia