Le perplessità dell'Anci: «Non si comprende il ruolo dei Comuni nel governo del territorio»
Urbanistica, dubbi in maggioranza Nel centrosinistra ancora tensioni per la fascia dei 300 metri
Sarà la legge Urbanistica uno dei passaggi cruciali per la politica sarda al rientro dalle ferie estive. Un test fondamentale per la tenuta della maggioranza che, nonostante il primo via libera in commissione, non può ancora scommettere sull'arrivo al traguardo senza scossoni.
IL QUADRO Nel centrosinistra l'accelerata degli ultimi giorni ha lasciato qualche perplessità, anche dopo il confronto pubblico voluto dalla Giunta, che ha permesso di apportare qualche modifica rispetto al testo iniziale. Oltre al centrodestra, che si prepara a dare battaglia in aula, il percorso della legge potrebbe essere vittima di attacchi esterni. Tra questi c'è il mondo delle autonomie locali che si interroga sul ruolo dei Comuni nel nuovo quadro di programmazione del territorio. Nei prossimi giorni il Consiglio delle autonomie locali (Cal) dovrà esprimere il parere sul disegno di legge.
I DUBBI Dopo l'approvazione in commissione, il presidente Pigliaru, l'assessore Cristiano Erriu e il presidente del parlamentino, Antonio Solinas hanno ribadito la centralità dei Comuni. Eppure sono proprio i rappresentanti dei sindaci a mostrare dubbi sul disegno di legge. Il presidente dell'Anci, Emiliano Deiana, pone subito la questione su una scelta di campo, quella del turismo: «Non so quanto possa essere utile legare tutto lo sviluppo della Sardegna a un comparto che vale l'8% del Pil». Nonostante il turismo sia un settore «importante e decisivo», non può essere il perno attorno al quale ruotano le norme sul governo del territorio. La proposta del numero uno dell'Anci è un nuovo modello in cui «convivano turismo e agricoltura, paesi e città, servizi e agroindustria, in grado di porre al centro il paesaggio urbano anche nella bassa densità abitativa e costruire città di paesi».
LE DIFFICOLTÀ La legge urbanistica riporta il Piano paesaggistico regionale (Ppr) come punto di riferimento per la programmazione territoriale. I Comuni che non l'hanno ancora fatto, dovranno adeguare il proprio Piano urbanistico (Puc), operazione che, soprattutto per le piccole realtà, comporta molte difficoltà. La legge prevede un supporto logistico e tecnico, oltre a un finanziamento, per agevolare gli uffici delle amministrazioni. «Le aspettative da parte dei Comuni, specie i più piccoli sono davvero grandi», sottolinea Omar Hassan, presidente Anci Sardegna piccoli Comuni, «soprattutto sul fronte della chiarezza applicativa e della semplificazione dei procedimenti». In attesa di avere più chiare le normative, Hassan teme che «la fretta di licenziare la legge a ridosso di fine legislatura, condizioni negativamente il risultato finale a discapito delle comunità».
LE CREPE Questi dubbi non agevolano il clima precario attorno al disegno di legge. In maggioranza ci sono alcune posizioni non proprio allineate. L'esponente del gruppo di Art.1-Sdp, Eugenio Lai, chiede «un approfondimento su alcune questioni che riguardano l'agro e le competenze dei Comuni». Gradisce poco il metodo anche il Partito dei sardi che, su leggi di sistema della Sardegna, punta a un'approvazione non di maggioranze politiche ma istituzionali. Ci sono, poi, dubbi anche sul ruolo della Regione che non può considerarsi un'entità giusta, equilibrata e competente per definizione. Da qui, la necessità che finisca il sospetto su ogni iniziativa individuale del cittadino.
L'ATTACCO Bocciatura su tutta la linea da parte del Movimento 5 Stelle che addirittura chiede il rinvio della legge alla prossima legislatura. Tutti i parlamentari sardi dei pentastellati hanno sottoscritto un documento in cui criticano il testo nel merito e nel metodo. Il deputato, Pino Cabras, coordinatore del tavolo urbanistica del programma dei Cinque stelle per le regionali, chiede che la proposta di legge «venga abbandonata al suo destino e che sia il prossimo Consiglio regionale, finalmente rappresentativo dell'attuale volontà dei sardi, a predisporre una norma semplice, chiara, coerente, capace di promuovere un modello di sviluppo equo e sostenibile».
Matteo Sau