Di Ennio Neri 2 agosto 2018
L’obiettivo è ambiziosissimo: salvare il centrosinistra sardo dal baratro alle prossime elezioni regionali. Glielo avrebbero chiesto, secondo i bene informati, sia i segretari della coalizione sia, più recentemente, i sindaci di alcuni importanti capoluoghi dell’Isola. E anche la nomina di Emanuele Cani (corrente dem vicina al primo cittadino cagliaritano) alla segreteria regionale del Pd gli ha spianato la strada. E Zedda, sindaco di Cagliari, di candidarsi alle regionali come presidente, ci sta pensando sul serio.
Forte di quasi tutto l’appoggio del Pd (la recente nomina in giunta di Maurizio Chessa, vicino a Piero Comandini va anche questa direzione), e secondo alcuni capace anche di trovare sponde importanti nel centrodestra, il sindaco di Cagliari in questo momento è in vantaggio su Paolo Maninchedda, leader del Partito dei Sardi, considerato, in Sardegna come a Roma, meno “affidabile” e “gestibile” politicamente.
A costringere Zedda alle riflessioni e ai tentennamenti il timore di un tracollo del centrosinistra, coi consensi in picchiata anche dopo il 4 marzo. E l’ipotesi di un flop clamoroso che rischierebbe di compromettere la carriera politica del primo cittadino cagliaritano. Possibile dunque che il sindaco del capoluogo prenda tempo in attesa di conoscere le reali possibilità di successo. Ma il Pd insiste e gli chiede un impegno in prima persona per salvare il centrosinistra sardo, ormai ai minimi storici. Le dimissioni di Zedda dal comune di Cagliari, porterebbero poi la vicesindaca Luisa Anna Marras in sella alla poltrona più importante di palazzo Bacaredda, in attesa di nuove elezioni per il consiglio comunale cagliaritano che potrebbero svolgersi a giugno. A questo punto con Zedda in Regione, il candidato del centrosinistra a Cagliari sarebbe un esponente del Pd.