Lutto nello sport sardo: è morto Paolo Racugno
Il campione di equitazione è stato il primo olimpionico della Sardegna, esordì a 16 anni piazzandosi terzo sotto gli occhi del principe Umberto di Savoia
CAGLIARI. Si è spento a Cagliari all’età di 101 anni il campione di equitazione Paolo Racugno. Nato ad Iglesias nel 1917, è stato il primo olimpionico della Sardegna. Fa il suo ingresso nel mondo dello sport agonistico con l’Atletica leggera nel settore dei lanci vincendo alcuni premi a livello regionale. Paolo esordisce nel mondo dell’equitazione in sella a Gina all’età di 16 anni partecipando al Concorso Ippico Nazionale di salto a ostacoli dove, sotto lo sguardo di Umberto principe di Savoia, si aggiudica il 3° posto assoluto. Ottiene il 1° posto a Torino tra gli universitari ai littorali dello sport. Diventa poi capofila di una pattuglia di cavalieri sardi.
Tra le presenze in azzurro ha partecipato al Campionato Europeo di Basilea, al completo di Windsor, alla Preolimpica di Torino e, nel 1956, è cavaliere di riserva alle olimpiadi equestri di Stoccolma. Nella sua brillante carriera Paolo Racugno, ha ricoperto diversi importanti incarichi. Per 19 anni è il presidente del Coni provinciale di Cagliari, della Sezione dell’Anaoifondata da lui nel 1960 e guidata fino al 2006 e del circolo Ippico “Paolo Dettori” di cui è anche istruttore.
La sua passione per i cavalli non ostacolò Paolo nella pratica di altri sport. È infatti campione sardo di lancio del martello, si è dedicato al getto del peso, poi alla corsa campestre, nuoto e pallanuoto. Tra i suoi incarichi c’è anche quello di fiduciario Regionale del Pentathlon Moderno per la Sardegna e Consigliere Nazionale della stessa Federazione.
Tra i riconoscimenti ottenuti i più importanti: la stella d’Oro del Coni al merito sportivo, il premio Fise. E alla carriera, il premio istituto incremento ippico della Sardegna, il premio Panathlon “una vita per lo sport” e il premio Aoni 2004. "L’amore per lo sport è in noi - dichiara Racugno durante i ringraziamenti
- ci accompagna lungo il cammino della vita, ci aiuta a vivere in un mondo dove lo spirito di sacrificio e di abnegazione sono la migliore forma e la più alta essenza".
Al compimento dei 100 anni il campione in un’intervista ha confessato di voler tornare sulla sella.