Dodici studenti hanno ricevuto dalla rettrice Maria Del Zompo un “passaporto” speciale L'Università apre ai migranti L'Ateneo ha riconosciuto gli studi effettuati nei Paesi d'origine
Il passaporto, quello vero, quello che consente loro di girare liberamente per il mondo, ancora non ce l'hanno. Ma ieri dodici migranti (rifugiati, beneficiari di protezione internazionale o richiedenti asilo) tra i 20 e i 35 anni ne hanno ottenuto uno altrettanto importante: la rettrice dell'Università Maria Del Zompo ha consegnato loro l'Eqpr (European qualification passport for refugees). Un acronimo complesso che può essere spiegato in maniera estremamente semplice: i dodici ragazzi potranno iscriversi a qualunque università dell'Unione europea e ottenere, così, la laurea.
IL PASSAPORTO È la prima volta che in Italia viene consegnato questo documento. E non è certo un “regalo”: i 12 ragazzi hanno fatto studi regolari nei loro paesi, addirittura alcuni sono laureati. Dopo aver risposto a un questionario sul percorso di studi, hanno sostenuto un colloquio con una commissione internazionale (i credential evalutor provenivano da Armenia, Canada, Francia, Germania, Norvegia, Olanda, Gran Bretagna e Italia).
LA CERIMONIA A ricevere l'Eqpr, alla presenza dell'assessore regionale agli Affari regionali Filippo Spanu e dell'assessora comunale alle Attività produttive Marzia Cilloccu, sono stati Peter Ositadinma, Omoruyi Kelvin Osayuki (Nigeria), Aliou Mohamed Diallo, Mamadou Dian Barry (Guinea), Aly Samakassy (Mali), Elidrissi Ibrahim (Marocco), Ahamad Ishfaq (Pakistan), Naim Amieur (Algeria), Jeanfils Boysalel (Camerun), Fofana Almamy (Costa d'Avorio), Aliud Balde (Senegal) e Theophilus Kwabena Eshun (Ghana). Giovani che, se decideranno di iscriversi all'Università di Cagliari, potranno seguire gratuitamente i corsi. «Come», puntualizza Del Zompo, «tutti gli studenti che hanno un reddito familiare inferiore ai 23 mila euro». Un'opportunità per questi ragazzi. Ma non solo. «La loro laurea», aggiunge la rettrice, «avrà una ricaduta per quei ragazzi e per questa terra, la Sardegna che è sempre stata solidale».
LE STORIE Lo studio come strumento di crescita e di riscatto. «Nel mio paese», racconta in un italiano perfetto Diallo, 26 anni, guineano, «ho ottenuto la laurea triennale in lingue ma sono stato costretto a scappare perché ero un perseguitato politico. Mio fratello è fuggito in Liberia mentre io sono finito in Libia dove sono stato per un anno e due mesi prima di imbarcarmi in un barcone». Il traguardo? «Laurearmi anche qui in Italia e diventare mediatore culturale». Ositadinma, profondo conoscitore dei circuiti elettrici, invece, sta già vivendo il suo sogno: perseguitato da Boko Haran perché cristiano, è fuggito su barcone e, addirittura, è stato accusato di essere uno scafista (il processo ha dimostrato la sua innocenza). «Sono già felice così. È bellissimo tutto quello che sto vivendo».
Marcello Cocco