Hotel, cemento e servizi la battaglia sui 300 metri
Le differenze fra il testo della giunta e quello approvato dopo gli ultimi vertici L’articolo 31 è quello che regola i metri cubi disponibili per le strutture sul mare
CAGLIARI. Di tutta la bozza della legge urbanistica, licenziata dalla giunta Pigliaru nella primavera del 2017, è l’articolo che ha scatenato il maggior putiferio. È il «31», cioè quello che prevede il bonus del 25 per cento, ovvero un aumento di cubatura, a favore degli alberghi nei 300 metri dal mare. Alla fine degli ultimi vertici di maggioranza e in attesa che domani o giovedì sia approvato dalla commissione urbanistica del Consiglio, ecco come il «31» è cambiato in poco più di un anno.
Prima correzione: il tetto di cubatura. Rispetto a com’era stato scritto dall’assessore Cristiano Erriu e dal suo staff, la novità più eclatante è il limite di cubatura destinato a migliorare la «qualità dei servizi e ad adeguare gli alberghi agli standard internazionali». Nella prima stesura, non era indicato nessun tetto di quanto poteva essere costruito in più. Nella seconda e forse definitiva, il tetto c’è: «Mai potrà essere superata la soglia dei 1.500 metri cubi», è stato scritto. Il limite è stato imposto per evitare che le grandi strutture, ad esempio i villaggi turistici o gli alberghi dalle molte camere, potessero sfruttare questo premio a loro piacimento. In altre parole, un 25 per cento generalizzato avrebbe dato il via libera a ristrutturazioni esagerate con «una cubatura esistente già di per sé pesante». Per essere ancora più chiari: se la percentuale di bonus fosse calcolata su una struttura intorno ai 6mila metri cubi di partenza darebbe come risultato 1.500, mentre su 30mila il premio avrebbe generato ben 7.500 metri cubi in più. A questo punto, stando all’accordo raggiunto in maggioranza, l’aumento sarà sempre massimo di 1.500 e comunque dovrà rientrare nell’insuperabile più 25 per cento della cubatura esistente.
Seconda correzione: no al cumulo. Nel testo originale, gli alberghi nei 300 metri che avevano sfruttato i precedenti bonus volumetrici avrebbero potuto utilizzare anche quello previsto dalla nuova legge urbanistica. L’emendamento del centrosinistra ipotizza invece che la soglia del 25 per cento è comunque è invalicabile. Per fare chiarezza: chi, in passato, ha consumato per intero qualsiasi premio di cubatura, stavolta non avrà altro a disposizione. Mentre gli alberghi che hanno utilizzato finora una parte dei vecchi premi, in futuro potranno sfruttare la differenza rispetto sempre all’ormai storico 25. Quindi, l’intero bonus previsto dalla nuova legge sarà a disposizione solo degli hotel che «mai sono cresciuti in questi anni». Se serve un esempio per fare chiarezza, eccolo: chi ha sfruttato il 10 per cento, ad esempio, avrà a disposizione ancora un premio del 15 e via discorrendo. La «non cumulabilità» fra nuove e vecchie percentuali è stata decisa per evitare che alcune strutture potessero ingrandirsi sommando fra loro le cubature extra, saltando quindi da un più 25 utilizzato con il primo Piano casa a un altro 25 previsto dalla seconda proroga fino ad arrivare all’ultimo 25. Fatta la somma, avrebbe voluto dire: un aumento, in meno di dieci anni, del 75 per cento, e sarebbe stato improponibile. Per rendere questa clausola ancora più chiara, l’emendamento prevede che «comunque la percentuale residua ancora a disposizione debba essere calcolata sulla cubatura iniziale e non su quella aumentata grazie ai vecchi premi».
Terza correzione: stop ai posti letto. L’ultimo testo licenziato dal centrosinistra prevede che gli alberghi potranno aumentare la grandezza, è calcolata in metri quadri, delle camere ma solo accorpandole fra loro. Però non potranno aumentare i posti letto a disposizione. Anche qui è indispensabile un esempio. Se un albergo sul mare che oggi ha una capienza di 300 turisti suddivisi in 150 camere – la media è due per stanza – decidesse di realizzare cinque suite come potrà farlo? Dovrà per forza ridurre il numero delle camere a 140 e quindi accorpandone dieci. È evidente però che, con questa soluzione, lo stesso albergo perderebbe così almeno una decina di posti letto rispetto alla dotazione iniziale: potrà recuperali? Sì e sarà possibile grazie al bonus del 25 per cento, ma confermando comunque la vecchia capienza, 300, quindi al massimo potrà costruire altre cinque stanze, compensando la metà delle dieci accorpate per realizzare le suite. È questo un limite gli albergatori hanno contestato subito e di sicuro si trascinerà dietro ancora diverse polemiche.
Quarta correzione: i piccoli hotel. Nell’ultima riscrittura dell’articolo 31, è stato aggiunto un comma che prevede una
deroga speciale per gli alberghi nei 300 metri che abbiano meno di 100 camere. Potranno aumentare la capienza di posti letto fino a toccare quota cento, ma in ogni caso il loro aumento di cubatura non potrà superare comunque il 25 per cento in più della struttura esistente. (ua)