Nessuna violazione di legge nell'affidamento dell'incarico di sovrintendente alla Crivellenti
Abuso d'ufficio, confermata in Appello la sentenza del Tribunale
Il processo sul presunto abuso d'ufficio commesso nella nomina di Marcella Crivellenti quale sovrintendente del Teatro Lirico (2012) è terminato definitivamente ieri alle 11,30: dopo un'ora di camera di consiglio la Corte d'appello presieduta da Antonio Onni ha letto il dispositivo e, confermando la decisione presa in prima grado, ha assolto il sindaco Massimo Zedda con formula ampia (il fatto non sussiste). Nessuna violazione di legge nell'affidamento di quell'incarico: la sentenza accoglie la richiesta avanzata dagli avvocati difensori Giuseppe Macciotta e Fabio Pili e dello stesso procuratore generale Giancarlo Moi, il quale durante la requisitoria aveva sostenuto che l'inchiesta della Procura «neanche doveva cominciare». Dunque non ci sarà un ulteriore ricorso in Cassazione, il pronunciamento è definitivo.
LA NOMINA Volti soddisfatti e grandi sorrisi per il primo cittadino e i suoi legali al termine dell'udienza (l'avvocato Pili ha parlato per un'ora) ma nessun commento, ritenuto poco opportuno. Basta la soddisfazione di aver vista riconosciuta la correttezza giuridica della decisione presa sei anni fa quando Zedda (presidente della Fondazione del Teatro Lirico) aveva ritenuto di scartare i curricula arrivati dopo la manifestazione di interesse che proprio lui aveva bandito per scegliere il sovrintendente: erano arrivate 44 proposte ma il primo cittadino aveva indicato Crivellenti. Scelta che però, secondo il pm, aveva «procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale» alla dirigente barese, la quale «non aveva partecipato al bando» e neanche «aveva presentato il curriculum nei termini indicati». In realtà secondo legali e pg procedendo in quel modo non c'era l'intenzione (contestata dagli inquirenti) di aiutare Crivellenti perché vicina a Salvo Nastasi, ex direttore generale degli spettacoli del ministero dei Beni culturali (anche lui barese), così da ingraziarselo, né di procurarle un ingiusto profitto legato alla sua presunta mancanza di titoli per quella direzione. E l'ipotesi del mancato rispetto delle regole del bando era da escludere in quanto era una manifestazione di interesse. Per legali e pg si poteva non tener conto dei 44 curricula, anche perché magari nessuno era adatto, e non erano necessarie votazioni nel cda: si sapeva dall'inizio che i partecipanti non potevano vantare aspettative. Crivellenti musicalmente incompetente? Per lo stesso pg Moi era giusta una scelta che «garantisse anche la sostenibilità del debito» del Teatro.
LA REVOCA Zedda doveva rispondere anche della revoca di Giorgio Baggiani dal cda dell'ente. Ma, secondo avvocati e pg, quella nomina tanto criticata allora dal cda poteva essere evitata dallo stesso cda votando contro.
An. M.