Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Guardo a Zedda, non ai 5S»

Fonte: L'Unione Sarda
9 luglio 2018

Oggi a Nuoro l'ex grillino lancia “Italia in Comune” e si prepara alle Regionali Pizzarotti e la rete dei sindaci
«Guardo a Zedda, non ai 5S» 

Italia in Comune si prepara a esordire nello scenario politico sardo. La benedizione arriva da Federico Pizzarotti, sindaco di Parma e fondatore del partito insieme ad Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri.
Entrambi parteciperanno stamattina alle 11 nei locali dell'Exme a Nuoro alla presentazione del partito. Un primo approccio verso le elezioni regionali: «Se ci sarà l'energia e la proposta giusta ci presenteremo alle regionali sarde. Stiamo lavorando anche per le prossime amministrative a Sassari». Nel 2012 dopo la vittoria alle comunali, era uno degli astri nascenti del Movimento 5 Stelle prima dell'addio a un partito che «non esiste più, almeno per come l'ho conosciuto io».
Sente un po' di nostalgia?
«Sì, di quella freschezza politica nell'agire soprattutto per il proprio territorio di riferimento. Ma adesso non è più così».
Perché la necessità di un partito dei sindaci?
«Per ripartire realmente dai territori. Infatti la sua nascita risponde a una richiesta, più che essere una proposta».
Nel 2016 lei è stato a Cagliari per discutere questi temi in un incontro pubblico con il sindaco, Massimo Zedda. Tutto è finito lì?
«Direi proprio di no. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con Zedda e conto di organizzare un altro incontro in autunno».
Qui in Sardegna saremo a un passo dalla campagna elettorale.
«C'è la volontà di instaurare un dialogo con lui e la sua rete per capire se ci possa essere una convergenza».
Bisogna essere sindaci per farne parte?
«No. Siamo presenti dove ci sono liste civiche e forze che si occupano di una politica territoriale molto importante».
Qual è il concetto che guida la vostra azione politica?
«La competenza è uno dei nostri cardini e un fattore dirimente».
In che modo vi state preparando ai prossimi appuntamenti?
«Stiamo visitando le regioni per incontrare le persone e raccontare il nostro progetto. In autunno faremo un'assemblea per scrivere il programma».
Avete uno schieramento di riferimento?
«Dipende molto dalla provenienza e dalle esperienze delle liste civiche. Di sicuro guardiamo più verso l'area progressista e democratica. La Lega difficilmente si sposa con la nostra volontà di valorizzare le realtà locali e il Movimento 5 Stelle è nel suo mondo».
Quindi nel centrosinistra?
«Diciamo che abbiamo alcune territorialità più vicine al centrosinistra e altre al centro».
Fare il sindaco è sempre più difficile?
«Sì. Il sindaco è costretto a dare risposte senza avere i mezzi e le possibilità di farlo. È la figura più a contatto con la gente. Dovrebbe avere poteri che non ha e quindi non è in grado di attuare le cose».
Il vostro partito sarà il fortino dei sindaci?
«Non vogliamo essere il partito di riferimento dei sindaci, ma dei territori».
Lo dicono in tanti, lo sa?
«Sì, ma il Movimento 5 Stelle ha abbandonato i territori ed è diventato un partito nazionale. Il Pd ha perso il contatto con i circoli e Forza Italia non ha mai avuto un legame con il territorio».
Zingaretti nel Lazio ha vinto mentre il Pd andava a fondo alle Politiche. Questo conferma le vostre tesi?
«Ha vinto ma senza il M5S non avrebbe avuto la maggioranza in Consiglio. Non è tanto il caso Zingaretti, ma la sua capacità di superare il modello Pd. Infatti, è stata premiata la persona e non una classe dirigente, espressione di un progetto oramai morto».
In Sardegna lo spopolamento è un fenomeno che fa paura.
«Purtroppo questo avviene anche in Emilia Romagna, dove la parte dell'Appennino sta perdendo abitanti con effetti gravi anche dal punto di vista del dissesto idrogeologico».
In che modo si può invertire questa tendenza?
«Servono interventi importanti, ma non può essere tutto soltanto sulle spalle dei sindaci. Servono incentivi per rimanere nei piccoli centri e investimenti importanti».
Il governo formato da Lega e M5S potrà avere questa sensibilità?
«Avendo avuto modo di vedere quello che c'era scritto nel contratto, direi proprio che la sensibilità verso i territori sia la grande assente. Si tratta piuttosto di un'alleanza per evitare di ritornare alle urne».
Cosa ne pensa del contratto di governo?
«A parte i macro-temi come reddito di cittadinanza, immigrati e flat tax, il resto è tutto molto superficiale. Vedremo quanto durerà questo governo».
Matteo Sau