Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuova casa per gli spacciatori

Fonte: L'Unione Sarda
29 giugno 2018

Polemiche per la decisione presa assieme alla Procura a tutela dei figli minorenni

 

 

Sfrattati da via Timavo, il Comune trova loro un altro alloggio 

 

 

 

Sfrattata dalle case popolari trasformate in market dello spaccio, non è rimasta sulla strada a lungo. Il Comune ha infatti trovato a lei e alla sua famiglia una nuova sistemazione provvisoria, in un altro alloggio pubblico più grande, nei palazzi a edilizia concordata costruiti in un'altra zona della città.
Ma quello che a prima vista potrebbe sembrare un'inaccettabile trattamento di favore ha ben altre motivazioni: tutelare i figli minori della donna finita agli arresti domiciliari che altrimenti sarebbero stati costretti ad andare in una casa protetta con costi ben più pesanti per le casse pubbliche. La delicata vicenda riguarda una delle tre famiglie mandate via dagli appartamenti comunali al civico 94/B di via Timavo, nelle cosiddette case parcheggio dove secondo un pentito campano c'era una situazione di illegalità paragonabile al famigerato rione di Scampia a Napoli.
L'INCHIESTA A far scoppiare il bubbone era stata l'inchiesta condotta dalla pm Rita Cariello e ribattezzata “Grande fratello” che aveva smascherato l'attività di spaccio messa in piedi nelle case parcheggio, alcune occupate abusivamente da anni. Il blitz era scattato a maggio con i carabinieri che avevano arrestato 14 persone accusate di gestire una quota importante del traffico di stupefacenti a Is Mirrionis. Decisive si erano rivelate le confidenze di Mario Centanni, un ex camorrista campano diventato collaboratore di giustizia: nel periodo trascorso a Cagliari, il pentito aveva infatti rapporti d'affari con la gang locale e in appena due ore - così disse agli inquirenti - aveva contato almeno 150 clienti bussare alle porte degli spacciatori di via Timavo.
LO SFRATTO Dopo gli arresti, segnando una discontinuità rispetto al passato, il Comune si era attivato per applicare la legge regionale del 1989 che all'articolo 21 prevede la decadenza dall'assegnazione dell'alloggio popolare qualora sia stato «adibito ad attività illecite» o usato in modo irregolare (ad esempio sub affittandolo). «Avvieremo tutte le procedure per chiedere che gli assegnatari decadano», aveva assicurato l'assessora comunale con delega all'Edilizia popolare, Luisa Anna Marras. Detto e fatto: il 18 giugno i carabinieri erano tornati a Is Mirrionis per eseguire il sequestro dei tre appartamenti, chiesto dal pm Cariello e disposto dalla gip Lucia Perra. E gli assegnatari, nel frattempo dichiarati decaduti dal Comune, erano stati sfrattati. Così avevano portato via le loro cose ed erano andati a stare da parenti, mentre le abitazioni erano state sigillate.
LA NUOVA CASA La novità nei giorni scorsi, quando a una delle tre famiglie è stato concesso provvisoriamente un alloggio a canone concordato in cui si pagano 62 euro a metro quadro all'anno. Perché? L'assessora Marras preferisce non commentare anche se informalmente dagli uffici del servizio di edilizia popolare spiegano che non c'è stata alcuna assegnazione, ma solo una sistemazione provvisoria che pare durerà sino a dicembre. E che dunque non pregiudicherà i diritti di chi è ancora in attesa di un alloggio popolare a canone sociale o concordato e aspetta da tempo lo scorrere della graduatoria.
TUTELARE I MINORI Ma la decisione - da quanto trapela - in realtà è stata presa esclusivamente per tutelare i minori (su cui non possono certo ricadere le colpe dei genitori), allontanandoli da un ambiente dove il degrado e lo spaccio sono all'ordine del giorno. Una decisione concordata con la Procura che l'ha ritenuta la migliore possibile proprio per salvaguardare il benessere psicofisico dei bambini.
Massimo Ledda