Fino a otto mesi per una pratica. Firmata un'intesa per migliorare i rapporti col pubblico
Inps, patto per ridurre le attese Pochi dipendenti e pensioni in aumento: l'istituto corre ai ripari
Rappresenta un sostegno concreto ai problemi di tutti i giorni che i circa 500mila pensionati sardi (tra settore pubblico e privato) devono affrontare per districarsi nella giungla delle prestazioni fornite dall'Inps. Sulla scia dell'accordo firmato a livello nazionale, anche in Sardegna le segretarie regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil e l'Inps hanno siglato un protocollo d'intesa per «migliorare il rapporto tra l'istituto e i pensionati attraverso un tavolo permanente che si riunirà periodicamente», almeno ogni sei mesi, «in cui saranno affrontate le criticità che incontrano i nostri utenti e si individueranno le soluzioni», spiega Cristina Deidda, direttrice regionale Inps.
LA SITUAZIONE Nell'Isola, dove il numero dei pensionati cresce ogni anno di 25-30.000 unità, l'accordo firmato ieri rappresenta uno strumento fondamentale. Basta un dato per rendersene conto: «In Sardegna ogni anno perdiamo più del 10% del personale Inps e questo significa fare un grande sforzo per garantire le prestazioni. Nonostante tutto, però, lo scorso anno l'istituto ha erogato più prestazioni, pari al +3,5%, e migliorato i tempi di risposta del 10%», spiega Cristina Deidda. «Lavoriamo al massimo, ma non basta. Le criticità ci sono e sono legate anche a un organico sottodimensionato. Questo accordo va nella direzione giusta», aggiunge.
L'ACCORDO Uno dei problemi che i sindacati hanno più volte denunciato e che adesso cercheranno di risolvere è legato ai tempi di risposta di alcune prestazioni. Per riconoscere un'invalidità civile (nel 2016, ultimo dato disponibile) occorrono in media oltre 4 mesi (133 giorni), con punte di 8 mesi (240 giorni). «È evidente che questi tempi non sono normali», spiega Rinaldo Mereu, segretario regionale Uilp-Uil. «Con questo protocollo mettiamo a disposizione i nostri patronati distribuiti sul territorio regionale ai quali i pensionati potranno rivolgersi in caso di necessità di assistenza con le pratiche Inps», aggiunge. Altro problema per i pensionati è quello che Piero Agus, segretario regionale della Fnp chiama «deficit informativo, cioè la difficoltà per i gli utenti di comprendere di certe comunicazioni Inps che alla fine creano problemi. Con questo protocollo cerchiamo di intervenire prima che il problema si manifesti». L'accordo prevede inoltre un «dialogo costante con gli uffici provinciali dell'Inps perché sono soprattutto quelle le sedi alle quali si rivolgono i pensionati ed è lì che i problemi possono trovare soluzione», sottolinea Marco Grecu, segretario regionale Spi-Cgil.
LE SEDI Mentre parte il nuovo protocollo, il presidente nazionale dell'Inps Tito Boeri tira dritto con la rivoluzione digitale che in Sardegna rischia di portare alla chiusura di almeno dieci sedi periferiche. Una rivoluzione dettata da criteri generali che non tengono conto della specificità della Sardegna (come quello per cui dovranno restare aperte solo le agenzie che servono un bacino di almeno 60.000 persone). «Noi dobbiamo incrementare la nostra presenza sul territorio e non diminuirla», spiega Cristina Deidda. «Per quanto possibile dobbiamo rafforzare il rapporto con i pensionati che hanno ancora bisogno della presenza fisica dell'Istituto».
Mauro Madeddu