Radici, trincee e ripristini mal eseguiti: a rischio ciclisti e scooteristi
Slalom tra le buche Strade pericolose per chi si muove su due ruote
Nella migliore delle ipotesi a risentirne sono le ruote e gli ammortizzatori. Quando però la buca è in realtà una voragine, a farne le spese sono la schiena e le braccia. Per non parlare di quando il motociclista o il ciclista perde il controllo del mezzo e cade: può cavarsela (raramente) con qualche graffio, ma è probabile che subisca gravi fratture o possa addirittura rimetterci la vita. Viaggiare su due ruote nel capoluogo della Sardegna è diventata una sfida contro la sorte, un'avventura dove è vietato distrarsi. Non c'è strada di periferia o del centro che non sia ferita da buche, avvallamenti o dislivelli. Sul banco degli imputati i ripristini eseguiti male dopo gli interventi per l'Open fiber, per i guasti Abbanoa, le radici degli alberi che deformano l'asfalto trasformandolo in un trampolino. E il Comune che non segue con la dovuta attenzione la qualità degli interventi di ripristino dopo i tagli stradali.
I RISCHI IN MOTO Il nemico numero uno dei motociclisti sono diventati i lavori per la posa della fibra ottica. Tagli longitudinali che si trasformano in una rotaia dalla quale è difficile uscire se non con manovre brusche. «Finché si continueranno a costruire strade nuove o a ristrutturarle (come il largo Carlo Felice, il corso Vittorio Emanuele e le vie Garibaldi, Manno e Sassari) come si faceva 50 anni fa, ogni qual volta deve esser istallato un nuovo cavo o aggiustato un tubo si dovranno sventrare le strade e il ripristino non sarà mai come l'asfalto precedente», afferma Michele Vacca, dell'Associazione motociclisti incolumi. «È sconfortante vedere che a San Benedetto, nonostante abbiamo segnalato che le strade siano state asfaltate per l'ultima volta più di 15 anni fa e che i precedenti ripristini si siano disgregati, il Comune abbia imposto alla ditta della fibra di riasfaltare solo quei 50 centimetri. A Quartucciu - afferma Vacca - l'impresa ha pagato il costo del ripristino. Integrando con i proventi delle sanzioni al Codice della strada e con altre risorse sono state riasfaltate le strade».
I PERICOLI IN BICICLETTA Tagli stradali, caditoie e radici sono il terrore dei ciclisti cagliaritani. «Secondo noi il Comune sbaglia completamente nella cura del verde», spiega Virgilio Scanu, presidente di Fiab Cittàciclabile Cagliari . «Alcune piante sviluppano le radici superficialmente, creando pericolosi avvallamenti». Scanu mette in evidenza la pericolosità dei tagli per la fibra ottica. «Spesso i ripristini sono eseguiti in modo maldestro. Le canalette, che seguono longitudinalmente il senso di marcia, hanno la stessa sezione di una ruota di bici». Per Scanu sarebbero sufficienti alcuni semplici accorgimenti per limitare rovinose cadute. «Perché le barre delle caditoie seguono sempre il senso di marcia? Sarebbe sufficiente ruotarle di 90 gradi per evitare che la ruota possa incastrarsi». Molto pericolosi anche i tombini fuori quota, rischiosi soprattutto quando piove.
I CUNICOLI per il rappresentante dei motociclisti incolumi la soluzione è una sola, quella adottata in via Peschiera: i cunicoli sotterranei per i sottoservizi. «In questo modo ogni volta che si deve fare una nuova istallazione o c'è un guasto basta aprire un tombino e accedervi», afferma Vacca. «Gradualmente andrebbe estesa anche alle altre strade, magari con i proventi degli autovelox e delle altre sanzioni: la legge impone di reinvestire in sicurezza almeno il 50% di esse, ma investendo anche il restante si potrebbe risolvere il problema in molte strade».
IL COMUNE A palazzo Bacaredda devono tenere conto dei tagli, e del bilancio. «Il progetto della fibra ottica è strategico per la città», spiega la vicesindaca Luisa Anna Marras. «I ripristini in alcuni casi sono stati eseguiti male. A metà luglio, quando i lavori saranno conclusi, cercheremo di mettere le pezze». Non potevate chiedere il rifacimento di tutto il manto stradale? «No, sarebbe stato troppo costoso per l'impresa». Alla quale però vanno i vantaggi, mentre disagi e pericoli rimangono a carico di chi si muove su due ruote. Perché non adottare la soluzione dei cunicoli, facendo pagare chi ne usufruisce? «Hanno dei costi molto elevati e alcuni sottoservizi sono già realizzati».
È fondamentale uno sforzo “politico” per evitare che la situazione diventi drammatica come quella romana.