Isola Birra: a Cagliari appassionati e curiosi per il festival degli ‘artigiani’
Con l’estate che sembra finalmente affacciarsi timida, il clima delle ore notturne consente già qualche passeggiata per il centro di Cagliari, animato da eventi e festival che da qualche settimana scandiscono le serate cagliaritane tra musica, letteratura ed enogastronomia. Immancabile anche nel 2018, la manifestazione Isola Birra, organizzata dall’associazione Home Brewers Sardi (HBS), al secondo anno nella cornice dell’EXMA, riconosciuto tra i luoghi deputati alla cultura nel capoluogo sardo, sede di arte e rassegne.
E se il cibo si fa cultura, le birre non sono da meno e a dimostrarlo sono i numeri in crescita nella produzione delle artigianali: 667 birrifici di cui 42 solo in Sardegna e 284 beerfirm (dati Unionbirrai), ideate e realizzate con ingredienti locali che conferiscono gusti e profumi della terra in cui sono state lavorate. Dunque, una maggiore attenzione a requisiti imprescindibili come la selezione di materie prime di qualità, la sostenibilità e l’identità della bevanda.
La tre giorni, nel weekend dal 15 al 17 giugno, ha visto i 12 stand brassicoli (sardi, italiani e internazionali) assediati da cultori e curiosi ai primi assaggi. Segno di una maggiore consapevolezza del consumatore sempre più orientato a spendere in favore di un prodotto locale di cui conosce la filiera, la storia e i processi di realizzazione dello stesso. La conferma di questo cambiamento arriva anche dagli espositori dedicati allo street food, più sano e a KM 0, come quello di Cucina.Eat con i prelibati hamburger di pecora o il chiosco dei fratelli Cherchi e del caseificio Argiolas che hanno deliziato gli avventori con una selezione raffinata e gustosa di salumi e formaggi. Sebbene assenti alcuni dei noti birrifici sardi presenti nelle scorse edizioni, la manifestazione è riuscita anche quest’anno a superare i traguardi precedenti con un’affluenza continua e un piazzale gremito di persone.
“Isola Birra compie già 7 anni” commenta soddisfatto Franco Marongiu, socio-fondatore degli HBS “abbiamo iniziato a Gonnesa, grazie ad alcuni amici, ma sentivamo l’esigenza di coinvolgere quante più persone possibile, pertanto ci siamo spostati prima all’hotel Setar, a Quartu, e dall’anno scorso abbiamo trovato dimora in questa location meravigliosa, l’EXMA” racconta, spillando una birra a fermentazione spontanea “Abbiamo conosciuto diversi produttori nazionali e internazionali, li abbiamo portati qui alla manifestazione, presentandoli alla realtà sarda e lasciando che si confrontassero con essa. Contribuendo alla nascita di altre iniziative simili nell’isola e all’avvio di attività locali sul fronte artigianale”. E sui consumatori conferma: “Sono cambiati. Anche rispetto all’anno scorso ci sono più persone che conoscono e apprezzano queste birre, per cui abbiamo pensato di ampliare anche l’assortimento, osando anche sulle birre acide non più solo appannaggio di intenditori”.
A condividere con noi la loro storia sono i due birrifici sardi presenti alla manifestazione: Mezzavia e Gattarancio. È Gianmichele Deiana, responsabile marketing di Mezzavia, a parlarci per primo dell’esperienza del birrificio selargino “Produciamo 6 birre di gamma base, le stagionali e alcune “one shot”, distribuite nel mercato una sola volta. Abbiamo aperto solo 4 anni fa e ci sono già stati assegnati numerosi riconoscimenti dall’Unionbirrai; dal presidio Slow Food; la Guida alle Birre d’Italia; premio medaglia d’oro per la nostra Nautilus nel 2017 (sezione Italian Revelation) al Brussels Beer Challenge; birra dell’anno alle nostre “Lunamonda” e “Gare de Roubaix” a Rimini.” Titoli che gratificano il duro lavoro di Alessandro Melis, birraio e ideatore delle ricette, anche se la passione e determinazione non bastano “Il mercato è cresciuto, è in movimento e si è differenziato. Per affermarsi bisogna stabilire il giusto valore proponendo una qualità superiore alla media. È una battaglia che molti cercano di combattere tramite prezzi concorrenziali, senza però avere un background che riguardi le tecnologie alimentari. Da circa un anno abbiamo avuto il coraggio di metterci in discussione e stiamo facendo analizzare le birre da alcuni laboratori per determinarne le componenti chimiche e batteriologiche. Risultato? Non abbiamo alcun tipo di contaminazione. Siamo riusciti ad aderire a tutti i parametri tecnico-specifici e questo ci rassicura sullo stato delle nostre birre”.
Il cagliaritano Gattarancio descrive un percorso diverso, quello iniziato con il beer-pub “Al Merlo Parlante” e proseguito in una nuova forma nel 2015 per volontà dei fratelli Damiano e Luca Oghittu, proprietari dello storico locale di via Portoscalas. “Damiano serviva già birre artigianali, alcune poco conosciute nel panorama dei pub cittadini, sebbene aspirasse da molto tempo ad avviare un impianto di produzione tutto suo – racconta Alessio Frau, il birraio-. Lavoravo in fabbrica da 13 anni, questo era il mio sogno nel cassetto. Abbiamo 13 birre autoprodotte e collaudate. Benché avessimo iniziato con 4 assimilabili a stili tedeschi (Pils, Weisse, Bock e una Saison) successivamente abbiamo ampliato la gamma produttiva e ogni tanto ci piace giocare, fare qualche sperimentazione. Abbiamo optato per la semplicità, come la birra per eccellenza la Pils. Siamo felici di notare come la clientela sia soddisfatta della nostra scelta”.
Non solo birre per questa fiorente attività: “Il nostro locale offre una cucina che si presta agli accostamenti birrai, dal tagliere di salumi sino al dolce. Le nostre selezioni gastronomiche, si distinguono dal classico pub tedesco, grazie a prodotti provenienti da diverse parti d’Italia e dall’estero. Alcuni clienti si lasciano guidare, altri arrivano con le idee chiare e sanno già cosa vogliono bere e mangiare. C’è un’attenzione maggiore e una consapevolezza nel consumo di birra artigianale e nella comprensione delle metodologie di produzione, tanto che abbiamo ricevuto numerose visite anche agli impianti, da parte di scolaresche, di amatori e di curiosi”.