Perché tanti silenzi sui vantaggi dell’attivazione della Zona franca in Sardegna? (Romano Satolli)
Giovedì scorso, alla Camera dei deputati per la Sardegna è stata una giornata storica: il sottosegretario per lo Sviluppo economico, Davide Crippa, su raccomandazione firmata dal deputato di Fratelli d’Italia, Salvatore Deidda, ha messo all’ordine del giorno l’attivazione della Zona franca in Sardegna, impegnando cosi il Governo nazionale a riconoscere ai sardi un regime fiscale differenziato.
Dopo tanti silenzi, dopo anni di impegni della presidente del Movimento Zona franca in Sardegna, Maria Rosaria Randaccio, per far conoscere ai sardi e soprattutto ai sindaci, i danni di un fisco pesante, del costo e la difficoltà dei trasporti, dell’isolamento, dello spopolamento, del fallimento della grande industria nell’Isola, della disoccupazione responsabile di un’emigrazione forzata, finalmente si schiude una porta, l’unica in grado di far crescere economicamente e socialmente l’unica regione al centro del Mediterraneo, l’unica veramente insulare per il mare che la circonda e la distanza dal resto dell’Italia.
Per anni i media locali, sia la cosiddetta grande stampa che le tv locali, hanno cercato di nascondere, contravvenendo addirittura all’etica giornalistica che obbliga a pubblicare e diffondere tutto ciò che sia considerata ‘notizia’. Per fortuna, il web funziona alla grande, supplendo ai silenzi dei giornali più blasonati, con tanti commenti, tutti positivi, anche di coloro più indifferenti e scettici, alla notizia. Anche Ugo Cappellacci, ieri in Parlamento, ha fatto un bell’intervento sulle necessità della Sardegna, annunciando il voto favorevole del suo partito ad approvare la spesa di un miliardo di euro per la zona franca in Sardegna. Non credo di essere il solo a chiedermi perché non si dia ampio risalto ad una notizia cosi importante per i sardi, per la possibilità di ripresa vera dell’economia sarda, senza dover chiedere elemosine, sperando che qualche industria estera, foraggiata con denaro pubblico, assorba un po’ di manodopera. Perché questo silenzio da parte dei media sulla Zona franca integrale in Sardegna? Perché, invece, non assecondarla e tenere sveglio l’orgoglio dei sardi? Per esempio, i consumatori sardi dovrebbero chiedere allo Stato il rimborso di quanto è stato scippato dal fisco almeno per gli ultimi cinque anni, quelli non ancora prescritti, chiedendo il rimborso dell’Irpef oltre al 12,5%, tutte le accise pagate per i carburanti, il riscaldamento, le bollette energetiche, le trattenute applicate sulle pensioni di tutti i lavoratori. Vediamo poi quello che succede.
Perché non ammettere che con la zona extradoganale, la Sardegna può garantirsi un’economia forte e non una rinascita fasulla che è finita come è finita, con le grandi industrie che, dopo aver preso e sperperato i soldi dello Stato hanno lasciato migliaia di disoccupati e intere zone inquinate per gli anni futuri. Non voglio essere troppo sadico, ma scommetto che quando la Sardegna diventerà Zona Franca, saranno in tanti a salire sul carro dei vincitori. Forse ancora non si rendono conto che l’aria sta cambiando in tutto il Paese e che gli italiani hanno iniziato a ragionare con la loro testa, anche chi ha dato il proprio voto seguendo pedissequamente le ideologie di chi ha predicato sempre una fede senza la ragione.