di Andrea Musio
Giovedì all’Exma sul palco della rassegna cagliaritana il musicista urbinate insieme con la cantautrice Chiara Effe
CAGLIARI. Ancora pochi giorni prima dell'apertura della seconda edizione del Waves Festival. Saranno Raphael Gualazzi e Chiara Effe, giovedì sera a partire dalle 21.30, a dare il La alla manifestazione musicale allestita da Mis. Forte del successo legato all'ultimo cd, pubblicato due anni fa, il compositore, pianista e cantante di Urbino, sarà nel cortile dell’Exma per un concerto solo piano e voce in cui ripercorrerà i brani più significativi della sua carriera ed alcuni tributi alla musica jazz, al blues e alla musica classica, generi che lo hanno formato artisticamente.
«C'è un grande vantaggio nei miei concerti senza la band – spiega Gualazzi – Non si possono fare piani su quello che suonerò. Il fatto di stare sul palco da solo mi da la possibilità di variare a trecentosessanta gradi. Posso essere libero di scegliere sul momento a seconda del mio umore ma anche dell'umore del pubblico con cui c'è sempre un ottimo scambio di energie. Potrei iniziare con brani ritmati o con alcuni soft e lenti. Sarà una decisione dell'ultimo momento».
Sono tante le influenze che hanno portato l'autore del celeberrimo brano “L'estate di John Wayne” ad un successo internazionale. Oltre ai suddetti generi si vanno ad aggiungere il pop (sui quali verte gran parte dei singoli estratti dai cd) ed ancora il soul ed il gospel. «Spesso mi si chiede quale sia il mio genere di riferimento e sia gli ascoltatori che la stampa fatica a catalogarmi. Sono felice di questo – spiega – è una cosa che ho sempre ricercato, quello di non essere etichettato. Non è necessario, nel mio caso, dare un nome alle cose, non seguo delle regole per cui è difficile inserirmi in un genere predefinito. Mi piacciono le commistioni e di volta in volta nascono delle cose nuove. Preferisco celebrare le tradizioni che mi hanno ispirato a partire dalla dalla musica classica e il suo approccio, fino a quello jazzistico del primo periodo, quello dello “stride piano” e del “ragtime” dei primi del Novecento».
Una stagione impegnativa soprattutto in studio di registrazione salvo qualche rara eccezione per le esibizioni dal vivo. «La data di Cagliari sarà una delle poche previste. Ora preferisco concentrarmi sulla creatività e la realizzazione del prossimo album. Attualmente sto scrivendo dei brani nuovi. Prevedo di pubblicarli nei primi mesi dell'anno prossimo. Per ora c'è la stesura di quella che chiamo la brutta copia anche se proprio brutta non è. Da questa cerco sempre di mantenere la spontaneità piuttosto che andare a ricercarla soltanto nell'ultima fase. In questi giorni stiamo puntando sulla collaborazione di diversi autori. Ritengo questo passaggio molto importante. Mi piace relazionarmi a diverse esperienze e non chiudermi in me stesso».
«Ciò non significa – aggiunge Gualazzi – pensare che la chiusura non sia un atteggiamento costruttivo. Ci possono essere dei momenti del percorso musicale dove dal punto di vista creativo, chiudersi in un momento riflessivo, può essere
un vantaggio ma non è questo il periodo. Ora ho voglia di collaborare con autori provenienti da diverse esperienze pur sempre in un mondo in cui la mia cifra stilistica calza in maniera naturale sia nella mia musica che nei testi. Presto ci saranno delle novità su quel fronte».