UNIVERSITÀ.
Si allarga il bacino degli esonerati ma sulle famiglie pesa una retta altissima
Si può arrivare a sborsare fino a 2.936 euro a seconda dell'Isee
Il salasso è per chi è costretto a pagare. Se non si rientra nel bacino degli esonerati, la retta dell'Università è una mazzata per il bilancio familiare. Basta avere uno stipendio e una casa per far lievitare i costi: fino a 2.936 euro, il massimo previsto per i più “ricchi” o presunti tali dallo Stato. A decidere le “sorti” degli studenti cagliaritani sono 20 fasce dell'Isee (indicatore che misura la situazione economica di una famiglia, con riferimento a redditi e patrimonio immobiliare), decise dal regolamento d'ateneo e sulle quali viene calcolata la tassa dovuta secondo le modalità decise dalla normativa nazionale.
GLI IMPORTI Fatta eccezione per chi può usufruire dell'esenzione totale (dal prossimo anno con Isee sotto i 23mila euro) le prime diciotto fasce Isee vanno da un minimo di 312,40 euro all'anno (con Isee sino a 6.558 euro) a un massimo di 697,63 euro (da 26.400 a 28.600 euro). Le ultime due fasce, invece, abbracciano redditi e patrimoni che vanno da 28.800 euro a 87.723 euro e da 87.723 euro in su. Quindi c'è chi paga un minimo di 736,13 euro, ma anche chi ne sborsa 2.936 euro, il massimo. In mezzo c'è chi versa quasi 1500 euro di tasse, con Isee sotto i 55mila euro, ricompreso nell'ampia fascia entro gli 87mila euro. Una spesa affrontata da persone che non navigano nel lusso: hanno uno stipendio e una casa, possono dunque sborsare tanto, secondo i calcoli Isee.
IN CASSA Con una tassa media che si aggira attorno ai 700 euro, l'Ateneo cagliaritano riesce a garantirsi dai 27mila studenti un'entrata di 19 milioni e 260 mila euro, tanto vale l'intero pacchetto della didattica, iscrizioni, corsi di laurea e post, scuole di specializzazione, test ed esami. Una cifra, già inserita nel bilancio che l'Ateneo si appresta a votare il prossimo mese e che, in un modo o nell'altro, l'Università deve assicurarsi: non può rinunciarci, pena la sopravvivenza.
LA NOVITÀ Se l'anno prossimo sarà possibile allargare il bacino degli esonerati, includendo gli Isee sotto i 23mila euro (quindi oltre il tetto dei 13mila imposto dal Governo), lo si deve alla Regione che con il suo contributo garantirà l'entrata di un milione e 380mila euro nelle casse dell'Università, andando a coprire il “buco” delle tasse non pagate. «L'Università può fare ben poco», spiega la rettrice Maria Del Zompo, «lo sforzo degli uffici per calmierare gli effetti negativi della normativa Isee è stato quello di predisporre le fasce di reddito venendo in aiuto alle famiglie il più possibile. Per noi è fondamentale che il diritto allo studio non venga inficiato dal reddito ma garantito dallo Stato. Perciò interventi, come l'ultimo della Regione sul fronte dell'esenzione, sono di grande aiuto».
GLI STUDENTI Il regolamento delle tasse è varato dagli organi di Ateneo e gli studenti sono chiamati a esprimere il loro parere. «Lo faremo la settimana prossima», ricorda Roberto Vacca, presidente del Consiglio degli studenti e componente di Unica 2.0. «Accoglieremo con favore l'estensione dell'esenzione totale per l'anno prossimo, trattandosi di una nostra rivendicazione, ma giudicheremo il regolamento nella sua interezza. È chiaro che noi siamo per l'Università gratuita per tutti e perché il diritto allo studio venga finanziato con la fiscalità generale - ricorda Vacca - intanto però ci battiamo per ottenere dalla Regione l'incremento della soglia per accedere alle borse di studio, fino a 23mila euro, ossia fino ai massimi previsti dal ministero. Ma la battaglia principale deve essere per l'Università gratuita per tutti».