Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Caos alghe, la Giunta intervenga» Amministratori e imprenditori: serve chiarezza sugli interventi

Fonte: L'Unione Sarda
11 giugno 2018

Interpellanza di Forma e Cacciotto (Pd). Agus (Cp): l'assessorato all'Ambiente non fa nulla «Caos alghe, la Giunta intervenga» Amministratori e imprenditori: serve chiarezza sugli interventi

a bene che l'estate per ora si è vista pochino, ma i problemi soliti sono già deflagrati con puntualità svizzera. Uno dei più grossi si chiama posidonia, e ogni inizio di stagione affligge Comuni e imprenditori, «anche perché l'assessorato all'Ambiente non dà risposte precise», sottolinea il consigliere regionale di Campo progressista Francesco Agus. E sul tema, ieri sono intervenuti anche Daniela Forma e Raimondo Cacciotto (Pd): «La Regione faccia chiarezza una volta per tutte».
LA BOMBA ALGHERO Il caso simbolo è Alghero, dove quest'anno le alghe su alcune spiagge sono veramente tante, e da settimane si sta consumando uno scontro politico che non fa bene al turismo e all'economia della città. A fine maggio il centrodestra ha sferrato l'attacco, parlando di «calamità naturale». Forza Italia, Fratelli d'Italia, Nuovo Centrodestra, Azione Alghero, Lega Nord, Psd'Az e Gruppo misto di minoranza hanno fatto un sit-in lanciando l'allarme, il Comune è intervenuto nelle aree libere di sua competenza - ha raccolto la posidonia e l'ha portata nei tre siti di stoccaggio - ma la situazione resta critica negli arenili dati in concessione. «Si è creato un corto circuito nell'interpretazione dell'ordinanza balneare regionale, gli operatori non vogliono intervenire e protestano, e l'amministrazione non riesce ad avere aiuto dalla Regione. Abbiamo chiesto un chiarimento all'assessorato all'Ambiente, non è mai arrivata nessuna comunicazione», sottolineano dall'ufficio stampa del sindaco Mario Bruno. Il fatto è che nel provvedimento c'è scritto che i concessionari devono ripulire e rimuovere (ovviamente con tutti gli accorgimenti necessari) fino al “battente del mare”, e qui si apre la diatriba. Cosa significa esattamente? E ancora: i costi sono ingenti, e le difficoltà dell'operazione enormi (la posidonia è roba “pericolosissima” da toccare, si rischiano denunce penali). Ora il primo cittadino ha convocato una conferenza di servizi per il 14 giugno - «decisamente tardi», criticano gli albergatori - nella speranza che si arrivi a una soluzione e soprattutto che la Regione batta un colpo.
FEDERALBERGHI Sottolinea il presidente regionale degli albergatori, Paolo Manca, che «anziché pensare a tutto a metà aprile, arriviamo a giugno e ne discutiamo perché scoppia il caso. La burocrazia ancora una volta segue tempi diversi dalla realtà e dalle esigenze degli imprenditori».
L'INTERPELLANZA «Ogni stagione ci ritroviamo a discutere della gestione della posidonia spiaggiata a causa delle difficoltà per Comuni e concessionari di aree demaniali marittime di gestire volumi rilevanti di “banquettes”», sottolineano Daniela Forma e Raimondo Cacciotto, consiglieri regionali Pd, che ieri hanno depositato un'interpellanza. «È vero che le praterie di posidonia oceanica sono classificate dalla Comunità europea habitat naturali che rischiano di scomparire e per la cui conservazione ci si sente particolarmente responsabilizzati. Ma è anche vero che nelle spiagge di rilevante interesse turistico c'è l'esigenza di asportare la posidonia e rendere il litorale fruibile a turisti e bagnanti. Nonostante l'approvazione da parte della Giunta degli “Indirizzi operativi” e la recente Ordinanza balneare, sussistono ancora perplessità che gli assessorati all'Ambiente e agli Enti locali devono risolvere».
LA PROPOSTA DI LEGGE A dicembre scorso è stata presentata una proposta di legge (da Anna Maria Busia e Francesco Agus) per l'utilizzo della posidonia spiaggiata, con «l'avvio di un progetto di sperimentazione legato al recupero dei residui, così come avviene in diverse realtà». Spiega Agus che «di questa idea, del progetto Neptune che monitora l'erosione e di buone pratiche come quella di Palau, che fa la raccolta a mano e non con mezzi meccanici, dall'assessorato all'Ambiente ci è stato detto che si sarebbe fatta una sintesi. Ma finora non abbiamo visto nulla».
Cristina Cossu