Le associazioni di volontariato: la Regione deve muoversi in tempo e fissare le regole
Le spiagge sarde senza bagnini I ritardi del salvamento a mare: fino a luglio litorali scoperti
«Le prime belle giornate di sole e caldo dopo la pioggia sono di solito quelle più a rischio: la gente non vede l'ora di andare in spiaggia e buttarsi in acqua. Si crea calca e confusione, e gli incidenti e i malori sono purtroppo frequenti», dice Claudio Rosu, presidente del Coordinamento delle associazioni del mare. «Ancora una volta siamo in ritardo con il servizio di salvamento, la delibera della Regione è di fine maggio, la settimana scorsa abbiamo fatto una riunione e, a parte qualche Comune che si è organizzato per conto proprio, sarà difficile che sulle spiagge sarde libere ci siano bagnini e mezzi di soccorso prima di luglio».
I FONDI Dunque, la buona notizia è che per la stagione 2018 le risorse programmate dall'assessorato all'Ambiente sono uguali a quelle dello scorso anno: 806mila 211 euro (406mila 211 trasferite dallo Stato, 400mila a carico del bilancio regionale). Saranno distribuite ai Comuni costieri che fanno richiesta per «l'istituzione di adeguati presidi balneari», «tenendo conto dello sviluppo lineare» degli arenili. Però, nonostante «la stagione balneare estiva», come da ordinanza ad hoc sulla «disciplina delle attività esercitabili sul demanio marittimo» specifichi che il periodo di riferimento va dal 1° aprile al 31 ottobre, il provvedimento che detta i criteri di assegnazione dei contributi è datato 29 maggio. Ovvio che a questo punto giugno resterà scoperto.
I VOLONTARI «Nel 2017 ci era stato assicurato che dal 2018 ci si sarebbe mossi per tempo», aggiunge Rosu, «invece anche stavolta non è cambiato nulla. Alcuni Comuni riescono ad autofinanziarsi utilizzando i proventi della tassa di soggiorno. Per dire, Dorgali ce la fa, e sulle t-shirt degli operatori ci sarà scritto che il servizio è finanziato con l'imposta turistica. Hanno appena pubblicato il bando, vorrebbero partire a metà mese, ma sarà praticamente impossibile. Inoltre, da tempo chiediamo alla Regione di avere regole chiare e definitive per il volontariato, ma anche su quel fronte i problemi restano».
I SINDACI Nino Canzano, sindaco di Orosei, avverte: «Basterebbe che la Regione facesse la delibera a febbraio/marzo, e tutti riusciremmo a organizzarci e a essere pronti già da maggio. Da noi i visitatori arrivano alla fine della primavera e, a parte le spiagge sulle quali ci sono le concessioni, che devono garantire anche il salvamento, sulle parti pubbliche siamo sempre in ritardo e di corsa. Negli anni stiamo cercando anche di acquisire materiale e mezzi». A Baunei, dove ci sono alcune delle località più frequentate dell'Isola, il paradosso è che nonostante i 42 chilometri di coste, i contributi regionali sono molto esigui, perché i tratti di rocce e scogliere sono più numerosi «dei metri lineari di spiaggia». «Diciamo che i criteri di suddivisione dei fondi sarebbero da rivedere, che servirebbe maggiore attenzione per i territori particolari», dice il sindaco Salvatore Corrias. «Per fortuna su Cala Luna, ad esempio, interviene il Comune di Dorgali, noi siamo riusciti a comprare defibrillatori e ora speriamo in un piccolo gommone, per il resto, tutto il soccorso lo fa il club di prodotto, con personale formato ed esperto, oppure sono gli operatori che intervengono per pagare i servizi, come il pontile che consentirà di fare il numero chiuso a Cala Mariolu».
LE ASSOCIAZIONI Anna Deiana, presidente della rappresentanza regionale del volontariato di protezione civile (187 associazioni e oltre un migliaio di persone) spiega che la settimana scorsa si è svolta a Sassari una riunione operativa: «Abbiamo fatto presente alla Regione che manca un coordinamento per il salvamento a mare. Inoltre, chiediamo di avviare un dialogo con le Direzioni marittime per definire un protocollo d'intesa che fissi ruoli, competenze e rimborsi dei volontari, per garantire la piena operatività delle associazioni sia nel salvataggio da posto fisso che nel soccorso».
Cristina Cossu