Di Ennio Neri 6 giugno 2018
I giudici amministrativi bocciano il progetto della “Residenza del Parco”. No al quartiere da 2 mila e 200 abitanti accanto a viale Marconi. Il consiglio comunale cagliaritano aveva respinto il piano nel 2011 e i costruttori (Paolo Bayre, Daniela Sicbaldi, Cesare Fantola, Guglielmo Fantola, Maddalena Fantola, Adele Fantola e Raimondo Cocco per l’Immobiliare Cocco Costruzioni) hanno inoltrato un ricorso al Tar, che però ha dato ragione a palazzo Bacaredda.
La storia. Si tratta del progetto “Residenza del parco”, 270 mila metri cubi tra palazzi e servizi in un’area di 28 ettari, in grado di insediare oltre 2 mila e 200 abitanti tra viale Marconi, via Newton e il canale di Terramaini: una delle ultime zone di espansione (assieme al Fangario e a Su Stangioni) della città.
Già nel 2009 la commissione edilizia criticò il progetto “dimensionato con tipologie edilizie e volumetrie in eccesso. La tipologia deve essere a ville monobifamiliari – H. max fuori terra due piani (PT e 1 P). Non è ammissibile alcun aumento di cubatura in quanto l’area è di valore ambientale e paesaggistico elevatissima.”
Ma la giunta Floris, dopo alcune modifiche, approva il progetto nel dicembre 2010. tuttavia nell’ottobre successivo, nel frattempo alla guida del Comune è salito Zedda e il centrosinistra, arriva il no del nuovo consiglio comunale che ritiene il progetto in “contrasto al preminente interesse pubblico ad un assetto territoriale equilibrato, in considerazione della valenza paesaggistico-ambientale dell’area nonché delle infrastrutture esistenti (intasata viabilità di Viale Marconi)”. L’intervento risultava, quindi , “non conforme alle scelte ed agli obiettivi dello strumento urbanistico comunale”.
I costruttori hanno contestato la decisione del Comune ma il Tar ha dato ragione all’aula di via Roma “che ha espresso valutazioni sul progetto, sotto il profilo della sua fattibilità, al fine di consentire l’effettivo armonioso assetto del territorio”.
Il progetto urbanistico prevedeva dodici comparti edificatori residenziali ci circa dodici metri (non più di quattro piani fuori terra). C’era anche una verso la zona dedicata all’impiantistica sportiva, sistemata in una fascia lungo il canale di Terramaini. Previsti una club house, campi polivalenti regolamentari e tre campi per lo squash. Più un campo per il tiro con l’arco, uno da baseball ed uno da softball. Il programma proponeva anche progetti di carattere innovativo: ad esempio la realizzazione di un sistema di raccolta differenziata automatica di rifiuti urbani, sul modello di una tecnologia svedese. I privati possono solo sperare nel Consiglio di Stato.