Di Ennio Neri 4 giugno 2018
Una nuova piazza Matteotti dove avanzerà la pedonalizzazione. E nuovi spazi commerciali nella stazione ferroviaria e in quella dell’Arst. Ora si parte. Arriva in consiglio comunale la proposta di deliberazione della commissione Lavori pubblici, (prima firmataria la presidentessa Anna Puddu, Campo Progressista) per la riqualificazione di piazza Matteotti e il nuovo centro intermodale: c’è già stata la luce verde della commissione e il via libera dell’aula è praticamente scontato. Un progetto che rivoluzionerà l’intero ambito urbano compreso tra la piazza davanti a palazzo Bacaredda, via Roma e piazza Amendola, in vista della partenza dei lavori della metro di superficie piazza Repubblica- piazza Matteotti che in primis comporterà necessariamente lo sgombero dalla piazza del capolinea dei bus Ctm.
Come cambierà la piazza? In tanto meno auto e più pedoni. È prevista la riorganizzazione e la riduzione significativa del traffico delle auto della zona, favorendo la fruibilità dei pedonali, creando percorsi e collegamenti privilegiati per i pedoni che permettano l’integrazione tra di vari modi di trasporto (ferro-gomma, aeroporto, porto, ecc.) anche con sottopassi, sovrapassi e percorsi protetti.
Partirà poi la guerra al degrado. Prevista la riqualificazione complessiva della piazza compresi i giardini centrali, l’ampliamento delle banchine e dei marciapiedi in corrispondenza della Stazioni dei tremi e dei bus extraurbani, nonché delle vie limitrofe come viale La Playa, via Sassari e via Roma.
Ma il fiore all’occhiello sarà la riorganizzazione di un nuovo terminal per bus urbani ed extraurbani che permetta l’integrazione modale con il sistema ferroviario (Metro Treni) , la riorganizzazione di tutti gli spazi interni alle due stazioni Fs e Arst con maggiori servizi e attività commerciali e un nuovo terminal passeggeri per i traghetti integrato e collegato con il centro intermodale.
Per dare gambe al progetto è necessaria l’interlocuzione con Ferrovie, Soprintendenza, Arst, Ctm, Autorità portuale, Ersu e Regione. Tanti gli enti ministeriali coinvolti: sarà decisivo dunque anche il confronto col nuovo Governo Conte.