Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rischio crolli, sigilli a Sant'Efisio

Fonte: L'Unione Sarda
14 luglio 2009

Il tempio che ospita il cocchio dovrà essere restaurato. Corsa contro il tempo per trovare i fondi necessari ai lavori

Crepe nel tetto della cappella: chiesa vietata ai fedeli

Crepe nel soffitto della chiesa di Sant'Efisio, chiusa dal 9 luglio. Il rischio di un crollo è un'ipotesi remota ma comunque fondata. E allora meglio bloccare l'accesso ai fedeli.
Crepe preoccupanti. Profonde. Fessure che hanno aperto le traverse di calcestruzzo che sostengono il tetto della chiesa di Sant'Efisio. Cemento armato degli anni cinquanta, che ora sta cedendo più velocemente del previsto e pesa sui muri portanti in maniera innaturale. Il rischio di un crollo è un'ipotesi lontana, ma il pericolo esiste: la cappella-simbolo di Stampace è stata chiusa per motivi di sicurezza una settimana fa, su indicazione dell'ufficio comunale per l'Edilizia scolastica, costola dell'assessorato dei Lavori pubblici.
LA SCOPERTA Sono stati gli stessi funzionari ad accorgersi delle fenditure che stanno indebolendo il tetto della navata centrale e l'anima interna della cupola: a febbraio è stato aperto un cantiere per la «manutenzione straordinaria» della chiesetta. Lavori programmati da tempo che avrebbero dovuto interessare solo la facciata e l'oratorio. È stata in questa occasione che gli ingegneri comunali hanno notato le crepe nei rinforzi di calcestruzzo inseriti nel secondo dopoguerra dal Genio civile. Il resto della struttura invece è del diciottesimo secolo (anche se la chiesa è stata ricostruita su resti duecenteschi e cinquecenteschi) sia nei materiali che nei metodi di costruzione: le traverse di cemento armato aggiunte quasi sessant'anni fa (che, per inciso, non hanno la stessa affidabilità del calcestruzzo moderno) poggiano su mattoni e legno. Un collage di diverse tecniche che ha portato sull'orlo del collasso il tetto, che a sua volta sta affaticando il resto della struttura. I tecnici avrebbero registrato un'accelerazione nell'invecchiamento del cemento negli ultimi mesi. Le fessure si sarebbero allargate in poco tempo, forse a causa del clima: inverno di pioggia sopra la media, caldo record nei primi giorni d'estate.
I DANNI «Le crepe sono molto serie e riguardano la struttura in calcestruzzo costruita negli anni cinquanta per rinforzare il tetto e la cupola», spiega l'assessore dei Lavori pubblici Raffaele Lorrai. Che assicura: «Cercheremo di intervenire al più presto, ma ovviamente ci sono dei tempi tecnici che non possiamo ridurre. C'è una gara d'appalto da bandire e le autorizzazioni da chiedere alla Sovrintendenza». Intanto è stata affidata a un ingegnere strutturista l'analisi dello stato del calcestruzzo: la relazione finale verrà presentata ad agosto, ma le prime anticipazioni hanno confermato la gravità della situazione. Insomma, il malato è grave. Ma si può curare. Per salvare il tetto e la cupola bisognerà realizzare delle impalcature interne per sostenere i solai. Solo dopo verranno demolite le traverse: è probabile che il cemento armato sparirà dalla chiesa.
I FONDI I lavori dovrebbero essere finanziati dall'assessorato regionale ai Beni culturali: ieri mattina un funzionario del Comune ha presentato negli uffici di viale Trieste una lista con tutti gli interventi da programmare sulle chiese (e non solo) cagliaritane. In testa, ovviamente, quella di Sant'Efisio. La risposta definitiva si avrà solo nelle prossime settimane, ma è già stato dato un primo parere (anche se non ancora sostenuto da carte ufficiali) favorevole.
I sigilli al portone della chiesetta di Stampace sono datati 9 luglio: l'assessorato dei Lavori pubblici ha invitato l'arciconfraternita ad anticipare di una settimana la chiusura estiva (che sarebbe arrivata il 16 luglio) per motivi di sicurezza, evitando così un'ordinanza urgente da parte del sindaco. «Abbiamo chiuso per motivi prudenziali», precisa don Luciano Pani, parroco di Sant'Anna. Da qualche mese è stato nominato commissario dell'arciconfraternita di Sant'Efisio, dopo che il presidente scelto con le elezioni di gennaio, Giuseppe Spiga, ha rinunciato al mandato.
«La chiusura era prevista comunque, abbiamo solo anticipato di una settimana, per permettere all'impresa che sta portando a termine i lavori sulla facciata di entrare in chiesa. Sono in corso accertamenti sulla stabilità dell'edificio: so che c'è stata qualche difficoltà perché non esisteva un documento ufficiale sulla costruzione dell'edificio».
Il cocchio e la statua del martire non dovrebbero correre rischi, anche se ora sono bloccati all'interno della chiesa di Stampace: «Sono nella cocchiera, un edificio affianco alla navata centrale. La carrozza viene spostata solo per i riti, il 30 aprile di ogni anno». E oggi inizierà la corsa contro il tempo. L'obiettivo: riaprire la chiesa per la festa del 2010.
MICHELE RUFFI

14/07/2009