Rassegna Stampa

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Le splendide “Fragili immagini” della Soprintendenza che raccontano la Sardegna in bianco e nero

Fonte: web sardiniapost.it
18 maggio 2018

Le splendide “Fragili immagini” della Soprintendenza che raccontano la Sardegna in bianco e nero

Milleduecento immagini già online – tra le quali 471 lastre fotografiche pazientemente restaurate – che raccontano la Sardegna tra la fine dell’Ottocento e la metà del secolo scorso. È il progetto “Fragili immagini”, realizzato dalla Soprintendenza archeologia, bella arti e paesaggio di Cagliari guidata dall’architetto Fausto Martino a partire dal nutrito e preziosissimo archivio storico distribuito tra le sedi cagliaritane di Villa Binaghi e Villa Pollini, con il fondamentale contributo de “Il gioco del Lotto”. Alle immagini già disponibili sul sito www.sardegna-fragili-immagini.beniculturali.it (curato dall’architetto e ingegnere Antonella Sanna) si aggiungeranno poi altre seimila istantanee in corso di digitalizzazione. Si tratta di materiale in larga parte inedito che regala uno spaccato preziosissimo sulla storia, sulle tradizioni e sulle bellezze architettoniche e culturali dell’Isola.

Oltre al sito dedicato, è stato stampato un volume – curato dall’archeologo Massimo Casagrande, dall’architetto Stefano Montinari e dalla storica dell’arte Maria Passeroni – sulle fasi del delicato restauro delle lastre fotografiche realizzate a Cagliari tra fine Ottocento e primi del Novecento. Il volume sarà presentato al pubblico venerdì 18 maggio alle 17 a Cagliari nella Basilica di San Saturnino, in piazza San Giacomo. Nell’opera, fotografie “dense di particolari storici, dettagli curiosi e personaggi d’epoca che mostrano – come si legge nella nota di presentazione del progetto – scorci familiari, sopravvissuti alla distruzione bellica o ai disastri postbellici e dunque ancora riconoscibili, oppure prospettive inconsuete, edifici non più esistenti o trasformati radicalmente. Particolarmente commoventi quelle che testimoniano gli apprestamenti realizzati per difendere le opere d’arte dai bombardamenti del 1943: i sacchi di sabbia accatastati sui leoni stilofori della Cattedrale, le barriere costruite per proteggerne i portali, le casse stipate nei sotterranei della città raccontano dell’amore e della dedizione che chi ci ha preceduto ha avuto, anche in momenti profondamente drammatici, per il nostro patrimonio culturale”.

“Il materiale di certo non manca – ha detto il Soprintendente Martino – tanto che una volta conclusa la fase di digitalizzazione delle immagini, si potrebbero organizzare mostre tematiche a partire dalle istantanee sull’architettura, sulle persone, sui paesaggi e sulla vita dell’Isola nell’arco di decenni”. Non solo: l’idea è quella di organizzare una mostra a partire dalle fotografie storiche “cagliaritane” messe poi a confronto con gli stessi scatti, eseguiti però ai giorni nostri. Una sorta di “macchina del tempo” che in un sol colpo d’occhio darebbe l’idea della trasformazione della città negli ultimi 150 anni.