Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Vietata la raccolta delle arselle I colibatteri nella laguna e le alghe tossiche nei filari esterni

Fonte: L'Unione Sarda
18 maggio 2018

SANTA GILLA.

Tre ordinanze Assl. Per le cozze morte il Consorzio chiede lo stato di calamità

Vietata la raccolta delle arselle I colibatteri nella laguna e le alghe tossiche nei filari esterni

Dopo i colibatteri anche le alghe tossiche. Non c'è pace per i pescatori di Santa Gilla costretti a bloccare l'attività di raccolta e commercializzazione di cozze e arselle per la presenza di inquinanti in laguna.
LE VERIFICHE Le analisi microbiologiche eseguite sull'acqua e sui molluschi vivi dal Servizio igiene degli allevamenti della Assl e dai tecnici del Servizio veterinario hanno riscontrato non solo una presenza eccessiva di Escherichia coli sui campioni di vongole veraci, ma anche di una temibile biotossina algale, la Paralyte Shellfish poison , nelle cozze dei filari più esterni alla laguna gestiti dalle cooperative Mare d'Amare (che fa capo al Consorzio), e Lo Squalo che opera autonomamente. Queste ultime, rimaste fuori dall'emergenza dei giorni scorsi e ancora presente, adesso devono incrociare le braccia.
I COMMENTI «Purtroppo - spiega Stefano Melis, presidente di Mare d'Amare - quando le condizioni ambientali mandano in tilt l'equilibrio dello stagno quest'alga, sempre presente nelle lagune, va in sofferenza rilasciando le tossine. Fortunatamente come si presentano regrediscono». Ci vorranno giorni, insomma, perché si torni alla normalità. «Era già avvenuto quattro anni fa, come allora l'emergenza rientrerà. Dobbiamo solo aspettare, anche se i mancati guadagni non fanno bene alle nostre aziende», dice Franco Masala, amministratore de Lo Squalo.
LA STRAGE Resta il problema, gravissimo, della moria di mitili che ha distrutto il settanta per cento delle produzioni. Una strage causata dalle persistenti precipitazioni che hanno portato all'interno del bacino un'incredibile quantità d'acqua e fango e naturalmente inquinanti decretando il massacro di 2500 tonnellate di cozze. Così, adesso, nelle calze dei filari della zona sud (quella più interna), restano quasi interamente i gusci con i molluschi morti. «Dovranno essere recuperati e distrutti. Non prima, però, dei controlli da parte degli enti preposti per la verifica reale del disastro e la valutazione dei danni», avverte il presidente del Consorzio di bonifica, Emanuele Orsatti. «Già ieri l'acqua della laguna, diventata dolce per via delle piogge e dell'apporto di fiumi e rigagnoli, ha cominciato a ripulirsi dalla torbidità, mentre anche la salinità sta lentamente crescendo».
LE PERDITE Proprio per far fronte alle ingenti perdite economiche (mancato guadagno di 500mila euro) ieri il Consorzio ha presentato all'Agris, al Comune e all'assessorato regionale all'Agricoltura la richiesta di riconoscimento di calamità naturale. «Purtroppo per i mitili morti non ci sarà più nulla da fare, e anche se confidiamo nel ripristino delle condizioni idrosaline, bisognerà attendere l'estate per la successiva raccolta delle cozze», ricorda il direttore dell'Associazione armatori e consulente del Consorzio ittico.
VIGILANZA La Forestale, intanto, sta intensificando i controlli a Santa Gilla perché vengano rispettate le ordinanze della Asl che vietano la raccolta delle arselle. Un pescatore, tra l'altro uno dei tanti abusivi che ancora operano nello stagno, è stato scoperto e denunciato. «Abbiamo chiesto ai nostri consociati massimo rigore nel rispetto dei divieti, sugli irregolari non abbiamo controllo», conclude Orsatti.
Andrea Piras