Rassegna Stampa

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Cagliari, Massidda contro Stara: rissa sfiorata in consiglio comunale

Fonte: web Castedduonline.it
16 maggio 2018

 

 

 


Di Redazione Cagliari Online  16 maggio 2018


 


Rissa sfiorata in consiglio comunale. Solo grazie allo sforzo di alcuni consiglieri non si è arrivati allo scontro fisico tra Franco Stara, consigliere del gruppo Autonomisti con Lussu e Piergiorgio Massidda, #Cagliari16. Tutto quando l’ex senatore forzista ha preso la parola, citando l’articolo odierno di un quotidiano locale, che parlava del “Ctm che si accinge ad affrontare un momento delicatissimo per il proprio futuro, che non ha il cda rinnovato e dove il presidente è anche direttore generale, persona eccellente ma che come amministratore di Parkar e Its è controllato e contemporaneamente controllore. Oggi scopriamo che il Ctm è oggetto di scambio: è stato promesso in cambio della candidatura a un partito di centrodestra”.

A questo punto Franco Stara, Autonomisti con Lussu, ex Psd’Az ha contestato a gran voce l’intervento dell’ex senatore. Prima uno scontro verbale, tensione crescente e a un certo punto è stato bloccato dai colleghi della maggioranza: “Non fare il gaggio di strada”, gli ha urlato Massidda. Il presidente Portoghese ha sospeso la seduta per qualche minuto. Alla ripresa dei lavori Stara ha preso la parola per attaccare Massidda: “Hai raccontato una serie di fesserie. Sei abituato con la tua vecchia politica, io non mi gaso come ti gasi tu. Io ho fatto politica di strada, stai dimostrando la tua bassezza e non è da te. Ne ho le scatole piene della vecchia politica, non te lo permetto. Che sia chiaro una volta per tutte”.

Massidda non ha potuto replicare. Il consiglio comunale è ancora alle prese con il voto sul bilancio arenato per la lunga serie di emendamenti presentati dall’opposizione. Circolano i primi movimenti sul valzer di poltrone (giunta, Cacip e Ctm) in arrivo. Paolo Schirru, Partito dei sardi, verso il Cacip in quota Città metropolitana. Monia Matta, capogruppo Autonomisti con Lussu, avrebbe detto no all’ingresso nell’esecutivo.