Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Di nuovo al voto? I parlamentari sardi: "Siamo pronti, ma sarebbe un danno"

Fonte: La Nuova Sardegna
10 maggio 2018


Dopo l'ipotesi del presidente della Repubblica di formare un governo neutro nasce il dibattito sull'opportunità di un nuovo ritorno alle urne

 Visto dalla Sardegna il rischio di voto anticipato fa paura. I parlamentari isolani non nascondono i loro dubbi davanti alla possibilità di una legislatura da record, negativo. Si potrebbe ritornare alle urne senza neanche convocare le Camere. Ma fa il pieno di dubbi anche la seconda ipotesi, il governo di tregua. In pochi sembrano convinti della possibilità della nascita di un esecutivo di responsabili che metta in sicurezza i conti, cambi la legge elettorale e prepari il Paese a un voto in tempi stretti. Ma non prima della fine dell'anno.

Il più convinto della necessità di un nuovo voto immediato è il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis, che boccia qualsiasi ipotesi di governo tecnico. «A dispetto di chi ha voluto provare a dividere il centrodestra siamo rimasti uniti e compatti - dice Pittalis -.È il segno evidente che abbiamo una proposta e un progetto per la soluzione dei problemi del paese. Inutile ipotizzare soluzioni per tirare a campare. I risultati dei governi tecnici ancora li paghiamo. L'assenza di responsabilità politica porta a cose come la legge Fornero. Il centrodestra ha dimostrato senso di responsabilità e messo in evidenza la necessità di affrontare subito alcuni temi chiave. Su lavoro, sicurezza, fiscalità è necessario intervenire. In particolare si deve evitare l'innalzamento dell'iva. Ma tutte queste iniziative passano solo da un governo di legislatura. Se non ci sono le condizioni penso che il voto sia unica soluzione percorribile. Tanto più che oggi gli italiani e i sardi in particolare hanno capito per chi hanno votato. In particolare hanno compreso l'immaturità del leader dei 5 Stelle che in questi due mesi ha mostrato solo opportunismo politico e inconcludenza».

Molto più cauto il senatore del Movimento 5 Stelle, Ettore Licheri. «Siamo contrari a qualsiasi tipo di governo tecnico - spiega - perché questo svilirebbe la volontà dei cittadini. Chi ha votato per un partito o una coalizione non vuole soluzioni differenti. Un governo tecnico va contro le indicazioni della gente. Le indicazioni sono andate per un governo che vedesse un asse 5 Stelle e Lega. Ma Salvini ha mostrato di non voler chiudere con l'epoca del berlusconismo per ragioni a me ignote. E di fatto ha impedito la formazione di un governo. Posso dire che noi siamo per iun governo politico che abbia tre punti principali che possono diventare oggetto di un contratto tra partiti e non un'alleanza politica. I punti sono il reddito di cittadinanza, il superamento della legge Fornero e una legge sulla corruzione».

Il segretario del Pd e senatore Giuseppe Luigi Cucca predica responsabilità e mette in evidenza come il ritorno alle urne sarebbe una rovina per il Paese. «Mi auguro e che qualcuno rinsavisca e trovi un accordo per fare governo - dice Cucca - e che si arrivi a fine anno per fare legge di bilancio. E mi chiedo anche a cosa serva ritornare al voto con la stessa legge elettorale. Credo che Mattarella abbia parlato chiaro. Il governo di tregua lo farà e lo porterà alle Camere». Cucca scarta anche l'ipotesi di un governo tra Pd e 5 Stelle. «In questo momento storico è impossibile fare un governo con loro - dice Cucca -. Forse se ne potrà parlare quando ci sarà un nuovo clima e si potrà dialogare. Ho in ogni caso una certezza, ritornare al voto con questa legge e in estate porterà alle urne pochissime persone e un quadro molto simile a quello attuale».

E sulla costosa inutilità del voto insiste molto anche il deputato Pd Gavino Manca. «Centrodestra e 5 Stelle mostrano grande irresponsabilità - dice -. Si va al voto per veti ad personam. Noi voteremo anche l'8 luglio e rivoteremo i nostri programmi, ma vorrei chiedere a chi fa le crociate contro i vitalizi come riescono a giustificare il loro atteggiamento. Si buttano 600 milioni di euro, tanto costano


due elezioni ravvicinate, per veti reciproci su nomi. Perché di politico ci vedo poco. Dobbiamo essere chiari con gli italiani. Il governo di tregua è percorribile, ma sta alla responsabilità politica portarlo avanti. Noi vogliamo evitare guai finanziari per il Paese». (l.roj)