Di Ennio Neri 3 maggio 2018
No ai condoni a Medau su Cramu. Dovranno essere demolite, entro 10 giorni, tutte le abitazioni realizzate dopo il 1979, anno in cui entra in vigore il vincolo di inedificabilità a Molentargius. Se non saranno buttate giù interverrà il Comune (in accordo con la Procura). Verranno attivati i servizi sociali per i casi più gravi. Secondo i calcoli le abitazioni che saranno demolite sarebbero circa una decina.
Si tratta di abitazioni spontanee costruite su terreni privati fin dagli anni ’50, in quello che poi nel 1999 diventerà il Parco di Molentargius. Abitazioni in gran parte modeste (con qualche eccezione) e in tanti casi famiglie con “bambini, malati gravi o disabili”, spiega Alessandro Sorgia, consigliere comunale del gruppo misto che oggi ha portato il caso in aula in discussione con interrogazione urgente. Stradine interne del quartiere sono sterrate e impraticabili per le abbondanti piogge dei mesi scorsi e estremamente polverose, con il passaggio delle auto, durante i mesi più caldi. Sono gli abitanti che si quotano (via La Palma è l’unica strada asfaltata pur coi lampioni dell’illuminazione spenti e non funzionanti”)e utilizzano una fossa settica che periodicamente provvedono a svuotare.
Da anni sono state presentate domande di condono (150) e da 30 anni gli abitanti pagano gli oneri. Sempre per il consigliere “il Comune di Cagliari, esercitando il suo diritto sulla base del dispositivo assenso / dissenso da parte della Pubblica amministrazione, in relazione alle richieste degli abitanti, ha di fatto a suo tempo concesso l’assenso alle costruzioni come previsto dalle diverse leggi di condono edilizio che si sono succedute negli anni”.
Ma qualche giorno fa il Servizio Edilizia privata ha fatto pervenire presso le abitazioni degli abitanti di Medau Su Cramu le comunicazioni di preavviso di diniego delle istanze di condono presentate, precisando che dopo 10 giorni “dal loro ricevimento, in assenza di osservazioni e documenti a riguardo, potrà essere adottata l’ordinanza di demolizione per le opere realizzate ed il ripristino dei luoghi”.
Di “vicenda complessa che ha contrapposto interessi ambientali contro interessi privati”, ha parlato il sindaco Zedda, “che ha avuto come epilogo con 3 sentenze l’ultima del Consiglio di Stato del 2015 che hanno sancito che sono case abusive quelle costruite dopo il 16 gennaio 1979 e non possono ottenere il condono edilizio. Le demolizioni saranno eseguite e co coordineremo con la Procura e interverranno anche i servizi sociali”. Sorgia chiede di dialogare con Regione e abitanti per una soluzione.