Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il ritorno del Santo tra pesce e ricci

Fonte: L'Unione Sarda
3 maggio 2018

Il ritorno del Santo tra pesce e ricci

Quella mattina di primavera sembrava piena estate. Cielo azzurro, sole, mare e bona cos'e pappai de si gosai setzius a s'or'e mari: arrizzonis, in primis. Ore 6.30 del mattino via Santa Restituta e tutto Stampace dormiva ancora. I due fratelli,Fernando e Ignazio, vestiti da veri marinai, con borsoni, boccagli, pinne, coltelli e piccole nasse, erano pronti per andare a pescare a Giorgino e a trovare i cugini, quando un vicino di casa li chiama per un lavoro urgente da fare in chiesa. Sant'Efisio stava per tornare a casa e tutto doveva essere perfetto. I due fratelli erano proprietari e soci di una piccola cooperativa e anche di una “pioledda”, un piccolo ristorantino a Giorgino, situato sull'arenile. Erano le otto passate quando arrivarono in spiaggia, già tardi, ma tutto era pronto: la piccola barca a motore, “Katerina”, nasse e reti. Il borgo, la chiesetta, casa Ballero, tutti aspettavano il ritorno di Sant'Efisio e tutti si davano da fare per accoglierlo al meglio; anche quella pesca dei due fratelli stampacini era dedicata proprio a lui, loro santo protettore. “Katerina”, nome dato alla barca, era il nome della madre di Arrosa e Doloretta, mogli dei cugini, morta tempo addietro. Una donna amata da tutti, specialmente dai bambini e ragazzi in quanto era sempre allegra e sapeva dare buoni consigli a tutti. Portava sempre con sé, in una borsa di stoffa, panini con mortadella, pomodoro, olio e sale da offrire. Era la gioia dei ragazzi, fonte inesauribile di storie e racconti. Arregordara meda sa guerra passada e prangiat sempri candu pensada a su turmendu e a su dolori de sa morti de su madiru, Fisineddu, chi de cussa guerra non fiat mai torrau e prangiat, prangiat arregordendi. Raccontava anche di Arrosa e Doloreddu, sue figlie, quando, ancora bambine, sia d'estate che d'inverno, andavano in spiaggia a giocare, ma anche a costruire aquiloni e ascoltare i racconti, crastularas de feminasa. I due pescatori stavano rientrando e “Katerina” portava buon pesce e tanti ricci. Certamente il ritorno del Santo avrebbe portato tanti turisti e fedeli e anche la loro piccola “pioledda”, gestita dai cugini con vera maestria, tanto amata da tutto il borgo, dai cagliaritani e non solo, avrebbe fatto onore, profumando l'aria di buon pesce arrosto. Fernando e Ignazio tornarono a Stampace portando nasse cariche di ricci, buon pesce e anche via Santa Restituta quella sera avrebbe profumato d'arrosto aspettando il domani del grande rientro di Sant'Efis Gloriosu.