ERSU.
Coi soldi dell'ex Moderno refettori in viale Sant'Ignazio e alla Cittadella
Lunghe code nelle mense Protestano gli studenti: «Anche 40 minuti per il pasto»
Lunghe file di studenti universitari in attesa di un “boccone”, soffitto che crolla, inevitabili disagi e polemiche. Le quattro mense dell'Ersu (via Trentino, via Premuda, piazza Michelangelo e Cittadella universitaria) non sono più in grado di sopportare il numero di ragazzi che ogni giorno, a pranzo e a cena, le frequentano. Niente da dire sul cibo, che deve essere di buona qualità, visto che al diminuire dei ragazzi corrisponde un aumento annuale dei pasti erogati.
IN FILA La mensa di via Trentino è la più piccola delle quattro (192 posti a sedere) ma ha il record di pasti all'anno: 214 mila. Aperta tutti i giorni a pranzo e cena (domeniche comprese) chiude solo durante un breve periodo estivo. La sua posizione è strategica ed è raggiungibile in pochi minuti da migliaia di studenti delle facoltà Umanistiche, di Ingegneria, di Scienze giuridiche economiche e giuridiche oltre agli ospiti della Casa dello studente. Secondo i dati dell'Università è «un porto sicuro» per un bacino di circa 15 mila giovani. «Ogni giorno tantissimi studenti (e non solo, essendo la mensa frequentata anche dal personale tecnico amministrativo dell'Ateneo e dai docenti) si ritrovano alle prese con disservizi, disfunzioni, negligenze delle politiche regionali in materia di diritto allo studio», afferma Luca Biggio, rappresentante per gli studenti di Unica Lgbt. «Vi sono i lunghissimi serpentoni per poter accedere al servizio (spesso anche 40 minuti di fila), in uno spazio che può al massimo contenere 200/300 persone alla volta (in una sola mattinata il servizio mensa di via Trentino è arrivato spesso a fornire 800 pasti erogati) dove si spera che nulla mai cada dal controsoffitto, in palese stato di degrado, nonostante i lavori di manutenzione siano terminati a febbraio».
L'ERSU Il presidente dell'Ersu Gian Michele Camoglio ammette la gravità della vicenda. «Nei giorni scorsi c'è stato un incontro con il sindaco Massimo Zedda e l'assessore regionale Raffaele Paci», afferma il presidente dell'Ente regionale allo studio. A maggio inizieranno i lavori del Campus di viale La Plaia che si concluderanno tra due anni. Troppi per rispondere alle esigenze dei ragazzi. «Abbiamo discusso sull'eventualità di realizzare una nuova mensa nella Casa della solidarietà di viale Sant'Ignazio che vorremmo trasformare in campus», rivela Camoglio. Dove saranno trasferiti gli oltre 100 ospiti della struttura comunale? «Stiamo ragionando sull'ex caserma di Monte Urpinu». Una scelta contestata da molti perché quella parte di bosco, un tempo con le stellette, non verrebbe restituita alla città. Che fondi saranno utilizzati? «Destineremo i 6,4 milioni di euro risparmiati dalla ristrutturazione della casa dello studente di via Roma (ex Moderno), che verrà quasi certamente venduta, alla realizzazione delle mense di viale Sant'Ignazio e della Cittadella universitaria», conclude Camoglio.