Picchi di assenze in Assl e al Comune di Cagliari «C'è chi ne approfitta»
Tre giorni di permesso retribuito al mese per assistere un familiare disabile. È quanto prevede la legge 104 che ha appena compiuto 27 anni, una norma di civiltà (se ne può usufruire anche per se stessi in caso di handicap o grave invalidità) da sempre però nell'occhio del ciclone per via dei troppi lavoratori che la sfruttano indebitamente. Spesso abusandone in maniera persino sfacciata, come il recentissimo caso della dirigente della provincia di Trento che se ne andava in vacanza all'estero. Ed è proprio nel pubblico che, stando alle statistiche, pare annidarsi il maggior numero di “furbetti”: qui la percentuale è infatti più che tripla rispetto al settore privato, dove i dipendenti che usufruiscono della 104 non superano il 5%.
IL COMUNE Un trend da cui non sfugge il Comune di Cagliari. Secondo l'ultimo dato disponibile, al 31 dicembre 2016 i lavoratori che usufruivano della 104 erano infatti 238 su un totale di 1344. Dunque quasi il 18%. E il numero è in costante crescita. Colpa però, assicura l'assessore al personale Danilo Fadda, anche dell'invecchiamento del personale: «Un peso rilevante lo ha avuto l'età media dei dipendenti che nel 2017 è risultata pari a 55 anni contro i 46 anni del 2003», spiega. «Ciò è dovuto a un mancato ricambio a causa del blocco delle assunzioni che si è protratto per 8 anni. Età media più elevata insieme a una età pensionabile sempre più alta significa maggiori patologie che colpiscono il dipendente e maggiori probabilità di parenti stretti più anziani non autosufficienti che necessitano di assistenza. Nel Comune di Cagliari non risultano comunque casi di utilizzo scorretto e distorto della legge 104, le cui finalità sono assolutamente nobili». Ma il vero problema è che le amministrazioni non hanno strumenti per scoprire gli eventuali imbroglioni. «Sulla concessione i Comuni sono solo soggetti passivi - spiega Fadda - non avendo alcun ruolo e alcuna competenza in merito, visto che la decisione spetta esclusivamente alle Asl e all'Inps. Detto ciò ritengo che sia necessaria una rivisitazione del testo della legge 104 proprio nella parte in cui non prevede un sistema di controllo e di verifica su come si utilizzano i giorni di permesso».
LA SANITÀ Nelle Assl e negli ospedali non va molto meglio. Stando ai dati ufficiali, infatti, la percentuale di beneficiari dei permessi ex legge 104 a Cagliari e in Sardegna va dal 6,6% dei medici, al 13% degli operatori socio sanitari sino al 15,1% degli infermieri. Numeri che salgono - sino al 30,5% tra gli infermieri - se si considera tutto il personale a cui sono state certificate limitazioni funzionali (per esempio non può portare pesi) o che è esentato dai turni notturni. «La 104 è una legge nobile - spiega il manager dell'Ats Fulvio Moirano - ma come spesso accade in Italia c'è chi ne abusa. L'invecchiamento della popolazione è solo una parte della risposta, perché purtroppo c'è anche chi ne approfitta. Io credo nella pubblica amministrazione ma non posso non rilevare che nel pubblico si fa un uso dei permessi molto maggiore rispetto al privato. Inoltre si sono anche altre leggi, tutte molte giuste, che consentono al personale di non svolgere alcune mansioni o li esentano dai turni notturni, per cui alla fine abbiamo notevoli problemi per riuscire a coprire i turni».
LA SCUOLA C'è infine la scuola, settore in cui la Sardegna è addirittura prima a livello nazionale: il 18,27% degli insegnanti di ruolo beneficia della 104, mentre tra il personale Ata si arriva al 23,33. «Troppi? Non ho gli strumenti per dirlo - taglia corto Francesco Feliziani, responsabile dell'ufficio scolastico regionale - è una legge dello Stato e le certificazioni non le rilascio io. Noi non possiamo certo entrare nel merito andando a ipotizzare che dietro a una percentuale maggiore ci sia un sistema truffaldino».