Secondo l'indagine di Openpolis il 45 per cento dei cittadini abita in aree dove vivere è difficile
La maglia nera del disagio urbano Servizi carenti e disoccupazione: qui le peggiori periferie del Paese
Il centro è lontano, tra i palazzi solo pochi negozi, gli autobus passano di rado e anche la presenza di Comune, forze dell'ordine e sistema sanitario è meno incisiva che altrove. Benvenuti in periferia dove vivere è un po' più difficile.
Almeno in base ai dati raccolti dall'Istat ed elaborati dall'osservatorio Openpolis secondo il quale il 45 per cento dei cagliaritani abita in aree disagiate. Attenzione però, questo non equivale a dire che la metà della città vive condizioni di povertà ma che nella quotidianità deve fare i conti con una carenza di servizi che rende tutto più complicato. I parametri presi in considerazione dagli esperti nel valutare i servizi presenti nelle periferie si riferiscono al numero di farmacie, pronto soccorso, uffici postali, stazioni di carabinieri o polizia, sportelli comunali, negozi e supermercati. A questo si aggiungono i collegamenti offerti dal sistema di trasporto pubblico con il centro e, infine, la percentuale di disoccupati. Ecco, nella lista delle città italiane Cagliari occupa il primo posto in termini percentuali. Una conferma a quello che i cittadini in alcuni casi lamentano ormai da tempo.
IL CASO SANT'ELIA Benché non siano indicati i quartieri individuati come disagiati, nell'indagine statistica sembra rientrare a pieno titolo Sant'Elia dove manca «qualunque tipo di servizio dell'abitare» spiega Anna Puddu, consigliera comunale e presidente della Commissione Lavori pubblici. «Si tratta di un quartiere che paga le scelte scellerate della politica, stiamo lavorando proprio per superare questa situazione e cercare di dare a chi vive qui le stesse opportunità garantite al resto della popolazione». Tra le cose che mancano: «Un presidio dei servizi sociali, dei punti di riferimento che diano informazioni ai cittadini». Un cambiamento, almeno da queste parti, potrebbe arrivare grazie a una mozione appena portata in Consiglio. «Vogliamo trasformare l'ex asilo accanto al Lazzaretto in un centro di quartiere che disponga di ambulatori e consultori, uno spazio polivalente, un sportello per avere accesso ai bandi pubblici e un luogo nel quale far giocare i bambini» continua Puddu.
PIRRI Diversa la situazione di Pirri. La vice presidente della Municipalità Maria Laura Manca fa le dovute differenze. «Il territorio presenta caratteristiche diverse. In generale sono presenti tutti i servizi e il trasporto pubblico funziona bene. Esistono tuttavia delle realtà dove la statistica può trovare qualche conferma. Mi riferisco a Barracca Manna dove a causa dell'esplosione demografica i servizi risultano carenti. Stiamo cercando di recuperare». In alcuni casi, però, la situazione sarebbe dettata anche dal comportamento dei residenti. «Le persone che vivono a Barracca Manna spesso tornano a casa solo per dormire. Il risultato è che i negozianti che avevano deciso di aprire un'attività dopo qualche anno sono stati costretti a chiudere. Stiamo lavorando anche al potenziamento della linea 13 del Ctm».
MULINU BECCIU Tra le zone più popolose anche Mulinu Becciu. «In effetti qualche necessità c'è: prima di tutto un ufficio postale. E poi dovrebbero essere migliorati i servizi magari grazie a un ufficio di città che potrebbe servire i diecimila residenti. Si potrebbe sfruttare il centro Area3 che sta per andare in appalto. Molte attività sono dislocate a Su Planu. Ma dal punto di vista della sanità abbiamo a portata di mano tutti gli ospedali» racconta il consigliere Fabrizio Marcello, residente a Mulinu Becciu. Per nulla d'accordo con le stime di Openpolis il presidente provinciale dell'ordine dei farmacisti Paolo Diana. «A Cagliari la distribuzione delle 52 farmacie è omogenea e viene adattata alle esigenze della popolazione. L'ultima modifica è stata fatta in questo senso proprio 10 anni fa».
Mariella Careddu