L'autista picchiato martedì è l'ultima vittima. L'azienda: i responsabili sempre fermati
Ragazzini all'assalto del Ctm Sono spesso giovanissimi gli autori di atti teppistici sui bus
Sono trascorsi da pochi minuti le dieci: sul bus della linea 1, due giovanissimi “condividono” con il resto dei passeggeri le loro selezioni musicali. «Certo che la musica ad alto volume dà fastidio. Ma, se mi occupo anche di queste cose, smetto di guidare», mormora il conducente. Qualche ora più tardi, sulla linea 31, a Selargius si ripete la stessa scena: altri due ragazzi ascoltano musica a volume esagerato (se non altro, almeno in questo caso, non propongono reggaeton). «Dovrei farli smettere. Ma perché creare inutili tensioni?», dice l'autista. Così, sulla linea 9 diretta ad Assemini, c'è anche chi impunemente tiene i piedi poggiati sul sedile di fronte.
LA SITUAZIONE Una mattinata qualunque a bordo dei mezzi del Ctm. Nessun episodio eclatante, certo. Niente a che fare con il diciottenne che ha picchiato la sua fidanzata e il conducente del bus; con il verificatore aggredito dal minorenne che fumava nel pullman; con il gruppo di ragazzini che si è scagliato contro il controllore che chiedeva loro i biglietti; con i rapinatori armati di siringa a bordo del 9. «La situazione», interviene Massimiliana Tocco, segretaria regionale della Filt (Federazione italiana lavoratori trasporti) Cgil, «comincia a essere preoccupante perché questi episodi si stanno moltiplicando».
I RISCHI Non è il caso di fare allarmismo: in realtà, le linee, gli orari e i giorni a rischio sono noti. In particolare, sono tenuti sotto stretta osservazione, il 9 (piazza Matteotti-Assemini), il 6 (via Andorra-Sant'Elia), il 30 e il 31 (piazza Matteotti-Quartu). Ma anche l'1 (via Flavio Gioia-Brotzu), nelle ore serali, può essere pericoloso: qualche mese fa, uscendo da Mulinu Becciu, un bus è stato colpito da alcune pietre. Sono, appunto, le ore dopo il tramonto quelle più a rischio mentre i giorni in cui aumenta la possibilità di problemi sono il sabato e la domenica. I responsabili? Quasi sempre giovani, addirittura giovanissimi.
LE PREOCCUPAZIONI Una situazione che, ovviamente, crea non poche tensioni ai lavoratori. «Da tempo», riprende Tocco, «stiamo parlando con il Ctm per trovare qualche soluzione. Sappiamo bene che non è facile: per altre professioni è facile gestire la sicurezza perché i dipendenti sono concentrati in un unico punto. Ma, in questo caso, i “luoghi di lavoro” sono i bus. Ovvio che gli autisti siano preoccupati: chiedono solo di poter tornare, alla fine del loro turno, a casa integri». Perché a minare la serenità dei lavoratori non ci sono solo le situazioni eclatanti. «Accadono tante piccole cose che non finiscono sui giornali». Qualche esempio? «Un po' di tempo fa alcuni ragazzini hanno divelto i sedili del bus e li hanno gettati sulle auto. È anche accaduto che una baby gang, composta da ragazzini tra i 13 e 14 anni si divertisse a prendere a pietrate la metropolitana leggera. E poi ci sono le reazioni violente di chi non ha il biglietto, i piccoli atti teppistici messi a segno, molto spesso da giovanissimi». Come è accaduto qualche mese fa quando alcuni ragazzini hanno prima tentato di divellere la palina del 10 in via Cagna. Poi, scesi in via Garzia, hanno danneggiato i fari e lo sportello posteriore.
L'AZIENDA Episodi di piccola delinquenza che non impediscono a tanti cagliaritani di usare il bus. Tutto sommato, si viaggia sicuri. «La nostra», interviene Roberto Murru, presidente del Ctm, «è una delle aziende italiane che si impegna di più sul tema della sicurezza dei conducenti e dei passeggeri: ciascuna delle nostre vetture dispone di un sistema di videosorveglianza con telecamere ad alta definizione e di due sistemi radio con i quali i conducenti in servizio possono comunicare in viva voce con il centro operativo in qualsiasi istante e attivare immediatamente l'intervento delle forze dell'ordine. È grazie a questi sistemi che i carabinieri e la polizia, prontamente intervenuti, hanno individuato e fermato i responsabili degli ultimi episodi di minacce o violenze». In campo, il sabato e la domenica, c'è anche una squadra di vigilanza pronta a intervenire. «Ma è il caso di riflettere», conclude Murru, «sulla giovane età dei responsabili di certi atti. È un fenomeno che ci chiama tutti, istituzioni, aziende, scuola e famiglie, a un più forte impegno per far crescere soprattutto nelle giovani generazioni la cultura del rispetto delle persone e dei beni comuni».