I dubbi di residenti e negozianti: attraversamenti a rischio, traffico e lavori lunghi
La proposta di una linea per Quartu in viale Marconi fa paura
«La metropolitana in viale Marconi potrebbe pure essere una bella idea, ma prima di mettersi delle belle scarpe bisogna almeno indossare le calze». Dal suo negozio di ferramenta Giorgio Nurchi denuncia le pessime condizioni in cui si trova una delle strade più trafficate della Sardegna. «Non ci sono marciapiedi, l'illuminazione è pessima e ogni giorno si rischiano gravi incidenti - commenta -. A nulla sono serviti gli incontri con gli assessori e le lettere spedite al Comune: la situazione è drammatica e va risolta al più presto, non si possono aspettare i tempi lunghi dei maxi-progetti».
LA VARIANTE Il sindaco Massimo Zedda sta forzando la mano per cambiare il tragitto della metro, proponendo di farla passare in viale Marconi per collegare in modo diretto Cagliari e Quartu. Su quell'asse ci sono diverse attività commerciali e i titolari da una parte sperano nella riqualificazione ma dall'altra ne temono gli effetti. «Come è già capitato a Pirri per l'Asse mediano, se ci dovesse essere un cantiere di tre anni qui sarebbe il colpo di grazia: non riuscirebbe a sopravvivere nessuna attività commerciale - commenta Fabrizio Schirru dal Centro nautico Cagliari -, se già così la situazione è particolarmente scomoda, potrebbe essere la fine».
L'ultima versione del tracciato della metro non prevede un collegamento diretto tra la prima e la terza città della Sardegna: da Quartu bisognerebbe passare per Quartucciu e Selargius, raggiungere Monserrato e da lì proseguire con l'attuale linea che arriva nel centro di Cagliari. Una soluzione contestata dal sindaco Zedda che ha proposto di far passare i treni lungo l'asse viale Marconi-viale Colombo per entrare a Quartu. Il progetto per viale Marconi prevede l'istituzione del senso unico in entrata, con le auto dirette verso l'hinterland nella bretella che costeggia lo stagno. In questa rivoluzione Massimo Zedda vorrebbe inserire anche il tracciato della metro. «Col traffico congestionato e l'assenza di parcheggi, la metro sarebbe un fattore positivo per il tessuto commerciale della zona - commenta il presidente di Confcommercio Alberto Bertolotti -, se si consente di rendere superfluo l'utilizzo dell'auto e percorrere in sicurezza quel tratto non può che essere un elemento positivo, ma è fondamentale la messa in sicurezza pedonale». Nel tratto dove sono concentrate le attività commerciali ci sono alcuni metri di marciapiede su un lato e nessuno dall'altro. I pedoni sono costretti a camminare lungo il ciglio della strada sfiorati dalle auto in corsa, attraversare è ancora più rischioso. «Purtroppo si interviene solo dopo le tragedie e il rischio è elevatissimo, ci sono auto che corrono e automobilisti che fanno inversioni pericolose - commenta Davide Marcello, presidente provinciale di Confesercenti -, non si possono lasciare le strisce pedonali, in una strada così serve un sottopassaggio o una rampa. I progetti del senso unico e della metro potranno solo migliorare la situazione, perché è difficile immaginarne una peggiore di questa».
In viale Marconi, oltre alle imprese ci sono i residenti. «Siamo prigionieri in casa, ogni spostamento è un incubo. La metro potrebbe essere una soluzione, ma la nostra paura è che ci impedisca di uscire - commenta Alessia De Luisa che abita a pochi passi dalla vecchia sede di Videolina -. L'anno scorso sono stata investita. Ogni volta che esco rischio la vita». L'idea che la metro passi davanti alla porta di casa spaventa la madre: «Saremo costretti a trasferirci».
I COMMERCIANTI Il passaggio dei trenini bianchi in viale Marconi può essere una svolta per i negozi, ma a determinate condizioni. «Dipenderà dalle fermate e servirà coinvolgere i commercianti» commenta il vicepresidente di Confcommercio Emanuele Garzia. In passato non andò troppo bene. «Nel 2015 abbiamo incontrato l'allora assessore al Traffico, spiegando i nostri problemi», ricorda Stefano Nurchi dal suo negozio di viale Marconi, «qui davanti ogni giorno si rischia la tragedia, non è cambiato niente. Abbiamo scritto al sindaco, ma non ci ha neanche risposto».
Marcello Zasso