I dati dell'Inps sulla misura nazionale di sostegno. Polemica tra Boeri e M5S
Nel primo trimestre 2018 sono state quasi 900 mila le persone che hanno beneficiato di misure di contrasto alla povertà tra il Sia, Sostegno inclusivo attivo, e il Rei, reddito di inclusione, che lo ha sostituito: la metà della platea potenziale è stata raggiunta da una forma di sostegno. Quanto al solo Reddito di inclusione, lo strumento partito dal 1 gennaio scorso, a beneficiarne sono state 317 mila persone pari a 110 mila nuclei familiari mentre nel Sia fino al dicembre 2017 sono state coinvolte quasi 477 mila persone pari ad oltre 119mila nuclei familiari.
Secondo i dati dell'Osservatorio statistico sul reddito di inclusione, presentati dall'Inps e dal Ministero del Lavoro, il sostegno maggiore è andato al Sud: 7 nuclei beneficiari su 10 sono nel Mezzogiorno, Campania in testa seguita da Sicilia e Calabria.
LE DIFFERENZE TRA LE MISURE Ma quali sono le differenze tra Sia, Rei, Reis e il Reddito di cittadinanza proposto dai Cinquestelle? Il principio, per tutti, è lo stesso: si ottiene il sussidio in cambio dell'impegno a seguire un progetto personalizzato.
Presentata nel 2013 con un Disegno di legge, la misura dell'M5S prevede un sostegno economico a cittadini e famiglie italiane sotto la soglia di povertà, circa 4 milioni di persone. Il sussidio sarebbe di 780 euro mensili (il reddito di sopravvivenza per una persona, secondo l'Istat) per chi non ha reddito e, per chi ha un reddito inferiore, un'integrazione sino ad arrivare ai 780 euro. Quanto alle famiglie, il sosetgno varierebbe da 1.014 a 1.872 a seconda del numero di componenti. Il Reis della Regione integra il Rei nazionale (ex Sia), cioè i due sussidi non sono incompatibili, e vi si accede alle stesse condizioni. Per il Rei i sussidi sono calcolati sulla singola persona e variano da 80 a 400 euro, per il Reis si va da 200 a 500 euro, a prescindere dall'Isee.
LA POLEMICA Secondo il presidente dell'Inps Tito Boeri, il Reddito di cittadinanza costerebbe alle casse statali 35-38 miliardi. Per l'M5S costa invece 14.9 miliardi di euro l'anno, più 2 miliardi il primo anno per riformare i Centri per l'Impiego. (f. ma.)