Rassegna Stampa

web Ad Maiora Media

SARDEGNA, Via libera al trasferimento di 30 beni dallo Stato alla Regione: Castello Malaspina, fari,

Fonte: web Ad Maiora Media
23 marzo 2018

SARDEGNA, Via libera al trasferimento di 30 beni dallo Stato alla Regione: Castello Malaspina, fari, postazioni militari ed ex caserme

Sono 30 i beni di interesse storico-artistico di proprietà dello Stato che passano al patrimonio regionale: l’elenco è stato realizzato dalla Commissione paritetica Stato-Regione, composta da un esponente del Ministero dell’Economia, uno del Ministero dei Beni culturali e da due rappresentanti dell’Amministrazione regionale, i professori Pietro Ciarlo e Antonio Tramontin.


Tra i principali immobili figurano il faro, l’ex semaforo e l’alloggio semaforisti di Capo Spartivento (Domus de Maria); il faro dell’isola dei Cavoli (Villasimius); le ex batterie militari di Capo d’Orso (Palau); la postazione antiaerea di Punta Giglio (Alghero) e Poggio Raso (Caprera); il Palazzo baronale di Sorso, attuale sede del Comune; l’ex Reggia, caserma della Guardia di Finanza di corso Umberto, ad Olbia; la Grotta Marcello di Cagliari; le ex caserme dei Carabinieri di corso Vittorio Emanuele a Villasalto, di via Mazzini a Ballao e di via Nazionale a Serrenti; il Castello Malaspina di Bosa; la caserma funzionale Rizzeddu di Sassari; la Torre di Fertilia (Alghero); i rifugi antiaerei De Amicis, di via Sassari/via Libio e di Campo Occone (Porto Torres); la Torre di Capo Falcone (Stintino); l’ex Mobilificio sassarese in Regione Serra Secca e la porzione non in uso all’Università dell’ex Estanco del tabacco di via Arborea a Sassari.

“È la prima volta dal 2006, quando è stata prevista la Commissione paritetica per il trasferimento dei beni storico-artistici, che viene individuato un primo elenco di immobili da trasferire – ha spiegato l’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu – Figurano alcuni beni di grande rilievo storico, artistico e culturale. Alcuni di loro sono già in uso ad enti e a privati. Gli altri saranno trasferiti ai Comuni, ovvero concessi in uso con procedure di valorizzazione che consentiranno di creare nuove opportunità di lavoro e sviluppo per il territorio. La maggior parte dei beni ha una naturale destinazione ambientale o turistica, e su questo versante la Regione intende muoversi”. (red)