Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La prefetta conferma il milione e 800 mila euro per l'hot spot al porto Migranti, numeri in netto ca

Fonte: L'Unione Sarda
22 marzo 2018

La prefetta conferma il milione e 800 mila euro per l'hot spot al porto Migranti, numeri in netto calo
«Serve la seconda accoglienza» «L'immigrazione non si può bloccare. Il fenomeno va gestito, governato attraverso percorsi di accoglienza e integrazione. È una sfida culturale». La prefetta Tiziana Giovanna Costantino, intervenendo ieri nel convegno del sindacato di Polizia del Siulp, non ha nascosto i problemi legati ai flussi migratori nonostante dallo scorso giugno «in Sardegna non ci siano stati più sbarchi programmati». Per garantire la massima sicurezza, anche quella percepita, è dunque necessario avviare una vera «seconda accoglienza dei richiedenti asilo negli Sprar». Attualmente sono soltanto dodici i sistemi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati attivi nell'Isola.

ARRIVI IN CALO Durante il convegno “Immigrazione in Sardegna, integrazione e sicurezza”, che si è svolto nella sala consiliare del Palazzo Regio, la prefetta ha snocciolato alcuni numeri: «Dal 2014 al 2017 sono arrivati nella nostra Isola 19 mila migranti. La quota nazionale è stata quasi sempre rispettata tranne in alcuni, rari, casi. Attualmente in Sardegna sono ospitati circa 4.200 richiedenti asilo. Sono inoltre disponibili un milione e 800 mila euro per il nuovo hot spot nel porto di Cagliari per le operazioni di sbarco». Costantino ha aggiunto: «In tanti utilizzano l'equazione immigrazione uguale minor sicurezza. Questa è la percezione. Ma i fatti e i numeri dicono altro: il tasso di criminalità tra i migranti è molto basso». Le Prefetture sarde, per la prima accoglienza, hanno a disposizione 136 strutture che ospitano i richiedenti asilo (85 solo nella provincia di Cagliari): «La gestione attraverso il sistema privato non è semplice», ha spiegato la prefetta. «Serve una seconda accoglienza migliore. Abbiamo sollecitato più volte i Comuni ad attivare i progetti Sprar. Se tutti partecipassero ci sarebbe una diffusione più omogenea delle persone nel nostro territorio e l'integrazione sarebbe più semplice».

SBARCHI DIRETTI Sono invece in aumento gli sbarchi diretti nelle coste del Sulcis. «I numeri sono consistenti. L'apertura del centro permanente per i rimpatri a Macomer sarà un deterrente». Il questore Pierluigi D'Angelo ha aggiunto: «Dal 2015 al 2017 ci sono stati circa 260 sbarchi diretti con 3.500 algerini arrivati nelle nostre coste». I respingimenti, con i decreti di espulsione, sono stati ben 3.100. «I fenomeni di intolleranza», ha sottolineato il questore, «sono stati pochissimi. Se c'è una riduzione della sicurezza si tratta di quella percepita non di quella reale». Anche le procedure per l'eventuale riconoscimento dello stato di protezione internazionale non semplificano la situazione: «Nel 2017 la commissione di Cagliari ne ha ricevuto 3.200. Solo il 34 per cento è stato accolto», ha ribadito il questore. I ricorsi allungano i tempi e i migranti «rimangono nel nostro territorio con un permesso di soggiorno come richiedenti asilo».

LE RICHIESTE Il convegno (sempre ieri si è svolto il congresso del Siulp, alla presenza del segretario generale Felice Romano, con la conferma per acclamazione dei segretari uscenti, Salvatore Deidda al regionale e Antonello Pirisi al provinciale di Cagliari) ha visto altri numerosi interventi. Alessandro Cao, coordinatore dell'area immigrazione della Caritas (ringraziata pubblicamente dal questore per «il prezioso e importante lavoro), ha ricordato il «costante controllo nelle strutture di accoglienza e i progetti avviati per i migranti, come i laboratori linguistici, culturali e teatrali, le numerose attività sportive e l'alternanza scuola-lavoro». La consigliera regionale Anna Maria Busia ha ironicamente evidenziato «come il tema dell'immigrazione, che ha diviso la campagna elettorale tra chi ha creato terrore ingiustificato e chi ha banalizzato il fenomeno migratorio, guarda caso sia sparito dopo le elezioni nei dibattiti politici». Anche padre Stefano Messina, dell'ufficio Migrantes della diocesi, ha parlato dell'importanza «di lavorare in rete per creare una vera integrazione». I sindacalisti del Siulp hanno ribadito la necessità di «maggiori risorse economiche e di uomini perché a fronte del grande impegno e lavoro delle forze dell'ordine la politica non sembra occuparsi dell'immigrazione se non per polemiche, scontri e strumentalizzazioni».
Matteo Vercelli