Rassegna Stampa

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Accantonamenti. La Giunta regionale contro la legge di stabilità 2018 che chiede altri soldi all’iso

Fonte: web Vistanet Cagliari
19 marzo 2018

Accantonamenti. La Giunta regionale contro la legge di stabilità 2018 che chiede altri soldi all’isola
Pigliaru impugna la legge e chiede che venga rivista la cifra spropositata richiesta dal Governo all'isola.

La Giunta regionale della Sardegna di nuovo sul piede di guerra contro il Governo e in particolare contro la legge di stabilità nazionale del 2018. Il motivo? Ancora la questione degli accantonamenti, le quote cioè che la Regione paga allo Stato come contributo per risanare il debito pubblico nazionale.

Una cifra che cresce ogni anno
Fra il 2016 e il 2017, le quote che la Sardegna avrebbe dovuto versare ammontavano a 684 milioni per il 2016 e a 781,7 milioni per il 2017. Cifra che per il 2018 è aumentata ancora arrivando a 848,4 milioni di euro. Di fronte a questo aumento vertiginoso delle somme, il governatore Francesco Pigliaru non ci sta e impugna la legge di stabilità 2018.



Nel commentare l’azione intrapresa, l’assessore al Bilancio Raffaele Paci precisa che non si sta mettendo in discussione il versamento degli accantonamenti bensì l’importo che è alquanto elevato. Un cifra per la quale, sempre secondo Paci, la Corte Costituzionale ha stabilito ci fosse un accordo bilaterale fra Stato e Regione, accordo che invece non c’è stato.

La Sardegna continua a versare la stessa cifra da due anni
Per queste ragioni, la Sardegna ad oggi continua a versare la cifra stabilita per il 2016, cioè 284 milioni, perché in attesa di una revisione delle richieste da parte dello Stato, richieste che la Sardegna non può rispettare. Ora si attende la risposta del Governo ma la questione accantonamenti era già stata oggetto di un incontro fra gli esponenti della Giunta sarda e i vertici del Governo. Prima con il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa, poi con la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e infine con il premier Paolo Gentiloni.