Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dal Consiglio di Stato via libera all'appalto

Fonte: L'Unione Sarda
2 luglio 2009

Gas di città. Il Comune assegnerà il servizio provvisoriamente. Poi sarà affidato per almeno 15 anni

Bocciata la richiesta di sospensiva presentata dalla società Isgas

Parallelamente alla controversia amministrativa è in corso una causa civile tra azienda e Comune, per un debito pregresso di 42 milioni.
L'impostazione seguita dalla Giunta Floris e dall'assessorato ai Servizi tecnologici regge alla prova dei giudici amministrativi. E così la richiesta di sospensiva della gara d'appalto per il servizio di distribuzione del gas (presentata dalla società Isgas) è stata bocciata, quaranta giorni dopo il pronunciamento del Tribunale amministrativo sardo, anche dal Consiglio di Stato.
LA DECISIONE In sostanza è stato stabilito che l'amministrazione aveva il diritto di bandire, in attesa della risoluzione di un contenzioso che dura da anni, una gara d'appalto per l'affidamento provvisorio del servizio di distribuzione del gas. Una gestione («pensata nell'ottica di un abbattimento delle tariffe per i cittadini») che andrà avanti per un anno, mentre in seguito si procederà a un affidamento definitivo e per più esercizi.
IL RICORSO L'Isgas aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato riproponendo, in sostanza, i motivi che già non erano stati accolti dal tribunale amministrativo di Cagliari: la società sosteneva che il Comune non potesse procedere a una gara d'appalto dal momento che lo stesso aveva un debito nei confronti della società di 26,5 milioni di euro (diventati circa 42 con il passare degli anni). Una vicenda che si trascina dal 1993, quando il commissario prefettizio Renzo Maniscalco indisse una licitazione privata per la realizzazione della rete di gas cittadino e la gestione della distribuzione. Tra ricorsi e controricorsi, i lavori furono affidati in via provvisoria alla Isgas. Nel 1995, con la Giunta guidata da Mariano Delogu, l'amministrazione decise di bandire una gara pubblica: Isgas, in quel momento, presentò il conto dei lavori eseguiti e della gestione. In base, a un regio decreto del 1924, si stabilì che il valore industriale della rete era di ventisei milioni di euro. Una cifra sulla quale si trovò d'accordo anche il tecnico nominato dal Comune che suggerì di arrivare a una transazione. L'amministrazione si impegnò a versare alla Isgas 26,5 milioni di euro. In quella situazione, fu anche deciso che la ditta che si sarebbe aggiudicata la gara si sarebbe dovuto accollare quel debito.
IL MINISTERO Su quell'accordo in seguito è intervenuto anche il ministero dei Lavori pubblici, che ha finanziato la realizzazione della rete con sei milioni di euro. Secondo il dicastero, non solo il Comune non aveva alcun debito nei confronti di Isgas ma, anzi, vanterebbe un credito di due milioni di euro. Un'indicazione che ha finito con il complicare ulteriormente la questione. Che, appunto, è andata avanti tra ricorsi alla giustizia amministrativa e segnalazioni alla Procura della Repubblica. Tanto che, parallelamente alla controversia amministrativa, è in corso una causa civile sul presunto debito pregresso: il precedente accordo con il quale un funzionario dell'amministrazione aveva riconosciuto un'obbligazione pari a 42 milioni di euro è stato ricusato tre anni fa dalla Giunta Floris.
L'APPALTO L'ultimo atto è stato il ricorso al Consiglio di Stato da parte di Isgas. Visto che il tribunale amministrativo non aveva concesso la sospensiva, la società aveva proposto un primo appello al Consiglio di Stato, che aveva bloccato l'apertura delle busta per la gara d'appalto per l'affidamento provvisorio in attesa di una pronuncia sul merito da parte del Tar. Che, però, a maggio aveva stabilito che il comportamento del Comune era corretto. Decisione puntualmente riconfermata nell'atto depositato ieri dal Consiglio di Stato. Nel frattempo l'assessorato ai Servizi tecnologici pensa già al futuro e studia un capitolato per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas di città che duri per un periodo che, per ora, è compreso tra i quindici e i venti anni. Allo studio condizioni che possano risultare vantaggiose per gli utenti, che potranno contare sia su un abbattimento del costo per la fornitura che su tariffe certe almeno per i prossimi quindici anni.
ANTHONY MURONI

02/07/2009