BARRACCA MANNA. Esproprio e prossima demolizione per la casa costruita su via Verga
Nuovo collegamento tra via Stamira e via Tamburino Sardo
Una rotatoria e una nuova strada collegherà via Stamira con via Tamburino Sardo. Le code e gli ingorghi tra Barracca Manna, il Brotzu e l'Asse mediano saranno solo un brutto ricordo. Per realizzare il nastro d'asfalto, però, sarà espropriata una villa realizzata dove dovrebbe sorgere via Verga. Gli atti del Comune sono in fase avanzata e presto il proprietario dovrà demolirla.
LA ROTATORIA La nuova viabilità progettata dal Comune prevede una rotonda che si innesterà su via Stamira, la realizzazione di un nuovo ingresso all'Eurospin e il raccordo con via Bacone. «La scelta della rotatoria oltre a migliorare la sicurezza del traffico, con un adeguato sistema di illuminazione e di arredo degli spazi, di dare al quartiere anche caratteristiche migliori dal punto di vista estetico», spiega Fabrizio Marcello, presidente della commissione comunale Patrimonio, politiche della casa e mobilità. «Il progetto prevede una spesa complessiva di 915 mila euro. Con questi lavori - conclude Marcello - piazza Italia non sarà più intasata e Barracca Manna non sarà più isolata dal resto della città».
LA STORIA La lunga e travagliata vicenda di Barracca Manna che da rione abusivo vuole diventare regolare inizia nel 1977, quando una delibera della Giunta comunale individua i lotti dell'agglomerato e progetta le infrastrutture con i servizi. Gli anni passano tra fogne a cielo aperto, pozzanghere d'inverno e polveroni d'estate. Nel 2010 la giunta guidata allora da Emilio Floris prevede la realizzazione di una strada tra via Tamburino Sardo e via Stamira. L'iter si ferma perché in quel tratto di strada sono state costruite due case che impediscono alla strada stessa di essere completata.
ESPROPRIO E DEMOLIZIONE Mancanza di fondi e di volontà politica congelano la costruzione del nastro d'asfalto e il completamento delle opere di urbanizzazione di Barracca Manna. Sino a oggi. «La delibera 191 che prevede il progetto preliminare con variante urbanistica per la costruzione di una strada della larghezza di 16,60 metri con due corsie di marcia, con i marciapiedi, la rete idrica, la rete per i reflui urbani, per le acque meteoriche, illuminazione a led», precisa Fabrizio Marcello. «Per realizzare la strada è necessario demolire una casa. I tempi sono strettissimi - sentenzia Marcello - l'esproprio è imminente». Poi via libera alle ruspe. «Abbiamo consigliato al proprietario dell'abitazione, che non si è mai opposto al progetto, di provvedere autonomamente all'abbattimento dell'edificio. Altrimenti ci penserà il Comune con conseguente addebito dei costi».
LA DISPERAZIONE Antonio Bandino, impresario edile, vive con moglie, figli e nipoti nella casa a due livelli di via Bartolomeo Colleoni 35 che dovrà essere demolita per consentire il passaggio di via Verga. «Viviamo qui dal 1984, prima del piano di urbanizzazione, e ho anche pagato 16 milioni di lire per la sanatoria. Ci siamo sempre opposti e nel 1991 abbiamo chiesto lo spostamento della strada». Cosa farete? «Da qui non andiamo via. Il Comune ci conceda uno spazio vicino per spostare la casa».
LA RIFLESSIONE Alessio Mereu è il vicepresidente della commissione Patrimonio, politiche della casa e mobilità. «Pur riconoscendo la validità e la necessità di realizzare l'opera viaria, non si può ignorare che su migliaia di interventi edilizi spontanei sia un solo cittadino a pagarne le conseguenze. Un cittadino che risulta aver costruito tra il 1982 e il 1984 e residente dal 1985, ben prima dell'approvazione del piano di risanamento aggiornato nel 1995. Questo è il dato che dovrebbe far riflettere».
Andrea Artizzu