Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Povero ma non abbastanza Niente Reis per un padre di 4 figli: «Questa non è vita»

Fonte: L'Unione Sarda
6 marzo 2018

IL CASO.

Escluso dai contributi per via dei sussidi ai bimbi ora chiede un lavoro

Povero ma non abbastanza Niente Reis per un padre di 4 figli: «Questa non è vita»


«Così non posso più andare avanti». Giuseppe Tumatis è un padre disperato, che chiede un lavoro per poter sfamare la sua famiglia. La sua è una storia di disagio come tante. Che vale però la pena raccontare perché - spiega lui - «per lo Stato sono povero ma non abbastanza da meritare una chance». Lui e la moglie Claudia hanno quattro figli, il più piccolo di un anno, il più grande di nove. Vivono in una casa di Area in via Bacaredda: 42 metri quadrati per sei persone. «Prima eravamo abusivi, ora ci hanno regolarizzato e paghiamo l'affitto: è piccola ma almeno abbiamo un tetto sulla testa».
NIENTE REIS Entrambi sono disoccupati e vivono soltanto di sussidi. Eppure la sua domanda di ammissione al reddito d'inclusione sociale (Reis) - che prevede l'erogazione di contributi legati a un percorso di reinserimento lavorativo - è stata respinta. Il motivo? È troppo “ricco”. «Il fatto che percepisco altri sussidi per i miei quattro figli paradossalmente mi ha penalizzato», accusa. Il suo Isee ordinario è di 1.646 euro. Ma dal 2015 per concedere il Reis sono state introdotte nuove regole di calcolo per cui si tiene conto anche del cosiddetto Isr (indicatore situazione reddituale). «Il tetto da non superare adesso è di 5.000 euro e il mio Isee risulta di 5.846 euro proprio per via degli aiuti legati ai figli - spiega -. Ma lo sanno quanto costa mantenere dei bambini? Devono pur andare a scuola e avere almeno i pastelli, i quaderni e le scarpe!».
L'APPELLO Giuseppe non chiede elemosine ma solo di poter campare con un minimo di dignità. «Tra il 2013 e il 2014 il Comune mi ha fatto un contratto di un anno a tempo determinato nel settore edilizio, che poi mi è stato prorogato per altri sei mesi. Dopodiché più nulla. Io sono in forze e voglio lavorare. Sono disposto a fare qualunque cosa, non ho problemi, la fatica non mi spaventa. Posso andare a pulire bagni ovunque se serve, chiedo solo di avere la possibilità di guadagnare il pane per i miei bambini e per mia moglie».
IL COMUNE Giuseppe giura di essere andato già più volte a bussare alla porta del Comune, senza però ottenere risposte: «Abbiamo parlato con gli assistenti sociali ma non sapevano cosa risponderci - sono le sue parole -, ho anche provato a farmi ricevere dall'assessore competente senza riuscirci. La verità è che non ci aiuta proprio nessuno e la situazione per me e mia moglie è ormai insostenibile. Oggi sono andato al mercato e per fortuna un amico mi ha dato un po' d'insalata e della pasta per i bambini. Ma non posso più continuare a girare a vuoto, questa non è una vita dignitosa».
M. Le.