Contratto da 200mila euro con una società per operazioni tempestive sul territorio
Pronto intervento demolizioni Il Comune vara un nuovo strumento contro gli abusi edilizi
Centosettantotto controlli effettuati nel 2017, 14 persone denunciate, 29 informative inviate all'autorità giudiziaria. Sono i numeri dell'abusivismo edilizio in città. Numeri che, però, non dicono quale genere di abusi vengono compiuti e, soprattutto, dove vengono rilevati. Negli uffici di via Nazario Sauro, sede della Vigilanza edilizia, stanno elaborando gli ultimi dati. Ma il quadro è già chiaro: i piccoli abusi (dalla chiusura di terrazze alla realizzazione di recinzioni, passando anche per le opere realizzate per favorire attività criminali) sono presenti in tutta la città. L'abusivismo integrale, invece, ha tre zone ben identificate: Medau Su Cramu, Barracca Manna e la piana di San Lorenzo (anche se, come nel caso dello scheletro di villa di Monte Urpinu, altre zone non sono esenti).
LA SITUAZIONE Edifici costruiti abusivamente anche se le vicende dei tre quartieri sono differenti tra loro. A Medau Su Cramu il quadro più complesso: il quartiere è sorto nel Dopoguerra senza regole. La valorizzazione dell'area naturalistica e la creazione del parco di Molentargius ha cambiato le carte in tavola: le case costruite dopo il 1979, come stabilito da una recente sentenza, sono a rischio demolizione. Un rischio reale dal momento che le ruspe sono già entrate in azione per buttare giù due edifici. E, in nome della parità di trattamento tra cittadini, presto potrebbero intervenire anche su altri abusi.
GLI ALTRI QUARTIERI È andata meglio a chi ha costruito senza autorizzazione a Barracca Manna: non essendoci vincoli ambientali, in passato si è proceduto all'urbanizzazione. Nonostante questo, qualcuno ha costruito abusivamente anche in seguito. Anche in questo caso il rischio ruspa è alto. Nella piana di San Lorenzo, dopo la definitiva bocciatura dei piani di lottizzazione, agricoltori e allevatori della zona hanno realizzato piccole strutture strumentali alla loro attività. Manufatti che potrebbero essere abbattuti in tempi rapidi.
IL PRONTO INTERVENTO Anche perché il Comune si sta dotando di un nuovo strumento: ha stanziato poco più di 200 mila euro destinati a un'azienda che, per due anni, dovrà “intervenire tempestivamente sul territorio”, si legge nella relazione tecnica, “ogni qualvolta la direzione dei lavori comunicherà l'individuazione dell'edificio da demolirsi”. Non solo: l'impresa dovrà occuparsi anche di muri, tramezzi, solai, soffitti, massetti e qualunque manufatto abusivo. Dagli uffici dei Lavori pubblici partirà l'ordine di demolizione al proprietario che avrà 60 giorni per adempiere. Se non lo farà, interverrà l'impresa e il Comune si rivarrà sul privato.
IL PASSATO Demolizioni - va chiarito - che nulla hanno a che fare con quelle effettuate qualche mese fa in via Bosco Cappuccio: allora, fu addirittura, necessario l'intervento delle forze dell'ordine per abbattere le recinzioni realizzate per favorire lo spaccio degli stupefacenti. In futuro, saranno demolite costruzioni simili anche a Is Mirrionis o nei pilotis di Sant'Elia. Ma per pagare l'intervento si dovranno utilizzare risorse dell'edilizia popolare.
LA LEGGE Le ruspe, dunque, scaldano i motori. Anche se non sempre le opere abusive vengono demolite: dopo l'accertamento da parte della Polizia municipale, viene emessa l'ordinanza di demolizione. Se il privato non ottempera, il Comune provvede alla demolizione a spese del responsabile dell'abuso. Ma può accadere che il Consiglio comunale dichiari l'esistenza di prevalenti interessi pubblici, sempre che l'opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici o ambientali, e acquisisca l'immobile al patrimonio comunale.