Effetto whistleblowing, la legge che tutela chi denuncia i colleghi: segnalazioni a rilento Corruzione, dipendenti a casa I dati elaborati da Comune, Regione e Ats nel piano annuale
Qualche licenziamento, una manciata di segnalazioni e un numero imprecisato di procedimenti che potrebbero avere risvolti penali. Le relazione annuali sull'anticorruzione nelle amministrazioni pubbliche riservano informazioni importanti sullo stato di salute di tutti gli enti - tra questi quelli che governano la città, la regione e la salute dei cittadini. Dal novembre scorso c'è uno strumento in più per stanare chi non rispetta le regole: si chiama whistleblowing ed è la legge che estende le tutele a favore dei dipendenti che segnalano i comportamenti scorretti dei colleghi. Uno strumento che in qualche caso ha consentito di avviare procedimenti disciplinari e penali indicati proprio nella relazione annuale firmata dal responsabile anticorruzione.
Nel questionario che gli enti hanno l'obbligo di pubblicare sono indicate le strategie messe in campo per scoraggiare comportamenti illeciti.
COMUNE A palazzo Bacaredda, sede del Municipio, al 31 dicembre scorso, nessuno si era ancora avvalso della nuova normativa. Ma questo non ha impedito di spedire segnalazioni via mail e cartacee che hanno consentito di avviare indagini che si sono aggiunte ai procedimenti aperti negli anni passati. Due dipendenti comunali sono stati licenziati: si tratta di un vigile urbano che aveva intascato 450 euro dalle multe agli automobilisti e un dipendente accusato di peculato per essersi portato a casa beni dell'amministrazione pubblica. E poi, ci sono quattro sanzioni per aver contravvenuto al codice di comportamento: la causa (che nel documento non viene indicata) potrebbe essere legata a un ritardo nella trasmissione degli atti. Sono in corso anche accertamenti per chiarire la posizione di sette dipendenti segnalati dall'Agenzia delle Entrate (all'inizio erano 25 ma in 18 hanno già chiarito le cose) perché nello scorso anno hanno dichiarato un reddito troppo alto rispetto alla bustapaga. Sempre in questo filone si inserisce la storia di un altro impiegato la cui posizione era stata segnalata già nel 2016. Il tribunale di Cagliari si sta anche occupando di valutare la posizione di un dipendente per il quale è stato ipotizzato il reato di concussione. A conti fatti, il bilancio risulta positivo per l'assessore alle Risorse umane Danilo Fadda. «Il fatto che ci siano stati due casi su 1.333 dipendenti mi sembra il segnale di un'amministrazione sana dal punto di vista della legalità e della trasparenza. Stiamo mettendo in atto tutti gli strumenti messi a disposizione dal legislatore per far sì che si rispettino le regole». Nelle prossime settimane il nuovo piano anticorruzione arriverà in Giunta. «Ridurremo i tempi per la rotazione del personale, misura prevista dalla normativa per evitare che si creino rapporti troppo stretti con gli utenti che possono favorire comportamenti illeciti».
SANITÀ Anche l'azienda per la tutela della salute (Ats) ha assolto all'obbligo di pubblicare la relazione annuale. In questo caso vengono indicati procedimenti aperti nelle otto ex Asl dell'Isola. Per quel che riguarda il whistleblowing ci sono otto fascicoli che si aggiungono a due segnalazioni fatte da dipendenti che non hanno usufruito delle nuova legge. Si tratta di esposti inviati in forma cartacea e in alcuni casi anonimi. A Cagliari la Assl ha aperto due procedimenti disciplinari e trasmesso gli atti all'autorità giudiziaria affinché vengano accertate eventuali responsabilità penali. Negli ultimi dodici mesi, sempre la Assl del capoluogo - non è dato sapere se si tratti di uno dei due casi precedenti - ha licenziato un dipendente. La causa potrebbe essere quella indicata alla casella 12.D del questionario: violazione dell'«articolo 55 quinques del decreto legislativo 165 del 2001 e dell'articolo 640 del codice penale». Si parla di assenza ingiustificata dal posto di lavoro e truffa. Facile ipotizzare che si tratti di un cosiddetto “furbetto del cartellino” ma su questo il relatore non fornisce dettagli.
REGIONE Anche in Regione hanno avuto il loro bel da fare nella compilazione del questionario. Un lavoro tanto difficile che fin dall'inizio alla voce “Aspetti critici dell'attuazione del piano triennale di prevenzione della corruzione” si dichiara: «A causa della carenza di personale da dedicare esclusivamente alle attività individuate si è verificato un parziale scostamento tra le misure attuate e le misure previste nel cronoprogramma del 2017». Ritardi, insomma. Sarà per questo che - si legge nella pagina successiva del documento Excel - «il monitoraggio è stato effettuato a campione su 10 strutture». Alla sezione whistleblowing si assicura di aver aperto un canale dedicato alle segnalazioni dei dipendenti ai quali è garantita massima tutela e che sì, ci sono state segnalazioni, ma solo per mezzo di email e lettere. Alla domanda sulle eventuali procedure attivate, laddove si chiede di specificarne il numero, però, il responsabile dell'anticorruzione si limita ad apporre una X senza aggiungere nemmeno una parola in merito alla quantità di pratiche. Per quel che riguarda il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici approvato dall'ente regionale poi, si riferisce che è stata segnalata e accertata una violazione. A questo si aggiunge il fascicolo aperto dalla magistratura su segnalazione dell'azienda per la violazione dell'articolo 2 del Piano nazionale anticorruzione, ovvero quello che regola i “Patti di integrità” per i quali «sono stati trasmessi gli atti alla Procura di Cagliari».
Nulla di apparente rilievo nella relazione dell'Università. Nessuna segnalazione con o senza whistleblowing, nessuna violazione dichiarata del codice di comportamento, nessuna sanzione disciplinare e nessun procedimento penale.
IN PROCURA «Si tratta di una legge troppo recente per avere evidenze rilevanti dal punto di vista delle notizie di reato raccolte. Di certo occorrerà un percorso culturale e sociale che consenta alle persone di maturare una coscienza della legalità che spinga a segnalare eventuali fatti illeciti potendo avere la tranquillità delle tutele previste dalla norma» spiega la procuratrice della Repubblica di Cagliari Maria Alessandra Pelagatti. «Bisogna però chiarire una cosa: la tutela dell'identità di coloro che denunceranno ci sarà fino a un certo punto. D'altronde non si tratta di una legge che favorisce l'anonimato ma che vuole proteggere da eventuali atteggiamenti ritorsivi o discriminatori coloro che hanno il coraggio di parlare. Non si possono lanciare accuse nell'ombra. Anche chi è accusato ha il diritto di difendersi. E poi, di segnalazioni anonime ne arrivano già moltissime».
Mariella Careddu