Il patron: i progetti hanno costi simili, potremmo promuovere un azionariato popolare Giulini : «Benvenuti a casa nostra» Non sta nella pelle, il presidente del Cagliari. Dispensa strette di mano, qualche abbraccio. Tommaso Giulini sa che l'evento è forse il più importante dall'inizio della sua presidenza. Del resto, la nuova casa rossoblù è stato il primo pensiero per cullare ambizioni di gloria.
EMOZIONE Teso, quasi commosso dalla massiccia partecipazione, dà inizio ai lavori, alla scoperta delle tre proposte progettuali su cui la società lavorerà per costruire la sua nuova casa. «Gli studi di progettazione che hanno curato i concept assicurano che i costi non sono superiori alle attese. Certo, le differenze balzano all'occhio, ma le tre ipotesi dovrebbero rispettare il budget richiesto. Di sicuro chi è già fuori budget siamo noi: per uno stadio da 24 mila spettatori, e non più da 21 mila, dovremo ripresentare un piano economico-finanziario alle istituzioni con cui stiamo affrontando questo percorso», ha detto il presidente rossoblù, supportato dal responsabile degli impianti del club Stefano Signorelli, intervenuto subito dopo.
E il costo dovrebbe andare oltre i cinquanta milioni di euro. Chi coprirà questo “sforamento” del piano d'investimento? «Un'ipotesi potrebbe essere l'azionariato popolare, per coinvolgere i tifosi in questa impresa che stiamo affrontando con grande passione. Ben sapendo che uno stadio, in una realtà come quella di Sant'Elia, presenta logiche di riqualificazione urbana e di rilancio sociale che vanno ben oltre i discorsi sportivi in senso stretto».
L'AUSPICIO «Inizia per il Cagliari e per la città un percorso pazzesco che ci porterà verso la nostra creatura. I tre progetti sono l'uno molto diverso dall'altro e questo mi pare che sia la cosa più importante nella scelta che dovremo effettuare», ha esordito Giulini davanti alla platea. Più avanti, a concept svelati, dirà che si tratta di «progetti diversi, ma eterogenei: scegliere non sarà cosa facile».
I TEMPI Il presidente non si sbilancia sui tempi della scelta. Sempre con Signorelli, il numero uno del club rossoblù fa sapere che «sarà necessaria una riflessione lunga per tutto marzo». Poi la decisione: «Non è escluso che il progetto definitivo sia diverso dalle ipotesi presentate. Ma diverso non significa che ci sarà uno stravolgimento».
I VIDEOMESSAGGI L'invito al presidente di chiudere l'operazione-stadio è arrivato anche attraverso videomessaggio da due personaggi sportivi di spicco. Gianfranco Zola ha incoraggiato Giulini: «Il nuovo Sant'Elia sarà lo stadio della svolta, che potrebbe permettere al Cagliari di competere per posizioni importanti non solo in Italia». E Andrea Abodi, presidente del Credito Sportivo, che ha tenuto a battesimo l'idea con BFutura, si è complimentato col club «per aver iniziato dalla “casa” il percorso di crescita».
I TIFOSI Un'opera tanto rilevante - come informa in una nota la società - necessita del massimo coinvolgimento. I lavori dei progettisti potranno essere visionati da tutti i tifosi da oggi sino al 9 marzo, in un'esposizione pubblica all'interno dell'area Hospitality della Sardegna Arena. E i supporter potranno esprimersi, in una sorta di referendum virtuale, sulla “nuova casa”.
Lo. Pi.