La lotta al punteruolo rosso costata al Comune oltre 800mila euro
Così riavremo le palme Le piante morte sostituite con specie resistenti
L'ultima battaglia è costata 150mila euro e non si è ancora conclusa. Fondi della Giunta comunale, carburante per la lotta al punteruolo rosso, il coleottero originario dell'Asia che divora il “cuore” delle palme e sta mettendo in serio pericolo l'immenso patrimonio della città fatto di 6.098 piante. Sono già cadute 710 palme. Numeri che raccontano esclusivamente la strage degli alberi pubblici, mentre sarebbero almeno duemila, complessivamente, le palme divorate dall'insetto.
L'ORIGINE Planato su Cagliari undici anni fa, il killer alato ha costretto il Comune a sottrarre dal bilancio 680mila euro. Da allora ad oggi ha distrutto una consistente fetta delle Phoenix canariensis , la specie più diffusa ed elemento fondamentale del paesaggio del lungomare Poetto, del fronte del porto di via Roma ma anche di tanti altri punti di Cagliari. Le palme morte - hanno assicurato in Comune - non saranno sostituite con piante della stessa specie ma con altre più resistenti.
I SUCCESSI Tante battaglie vinte, insomma, anche se la guerra è tutt'altro che finita.
«Vero, è uno scontro che non ha ancora una fine», avverte l'assessore al Verde pubblico, Paolo Frau. «Stiamo mantenendo costantemente sotto controllo il palmeto e lo stiamo facendo totalmente con fondi comunali, investendo nel corso degli anni cifre importanti. Abbiano iniziato con un primo progetto da settantamila euro cresciuto di anno in anno fino agli ultimi 150mila. Abbiamo dato priorità al patrimonio più significativo come quello del Poetto e di via Roma. Se risultati importanti sono stati raggiunti con la lotta al punteruolo fatta con i fitofarmaci, non è certo il caso cadere nel trionfalismo. La nostra è una situazione simile al resto del mondo, una cura definitiva non è stata ancora scoperta». Nell'attesa che sia messa a punto, il Comune ha deciso di affilare le armi. «Ci sono due specie di palme che stanno facendo i conti col punteruolo: la washingtonia, che stiamo salvando totalmente, e la Phoenix su cui c'è ancora tanto da fare», spiega Frau. «Purtroppo in molti giardini privati, per la mancanza di fondi, non si eseguono interventi e così la diffusione del coleottero è difficile da contenere».
LOTTA BIOLOGICA Ne sanno qualcosa all'Orto botanico. Spiega il direttore Gianluigi Bacchetta: «Siamo in una conca, dunque esposti a ciò che ci sta intorno, ai giardini dove non sono stati fatti immediatamente i trattamenti contro il punteruolo. Mi riferisco, tra i tanti, a Villa Devoto, dove solo recentemente si è agito. Noi stiamo utilizzando la lotta biologica, spargiamo sugli apici delle palme, mensilmente, le larve di nematodi che aggrediscono sia il punteruolo adulto che le sue larve. Un lavoro reso possibile dalla professionalità, la disponibilità e la passione del nostro personale. Il primo anno i risultati sono stati parziali, ora si stanno vedendo».
IMPORTATA La strategia, è stata presa in prestito dall'orto botanico di Valencia. Proprio in Spagna il punteruolo rosso aveva fatto la sua comparsa sin dal 1994, costringendo i botanici a mettere in campo le migliori tattiche per aver ragione sull'insetto famelico. In città la strage è stata consistente. L'orto delle palme del cimitero monumentale di Bonaria ha pagato lo scotto di un intervento forse in ritardo, reso complicato dall'assenza di adeguate strategie. Regione assente, Provincia arrancante. Alla stessa stregua di molte altre amministrazioni di tante città d'Italia (Roma compresa) che sono rimaste alla finestra, inizialmente, davanti all'invasione del coleottero. Secondo dati parziali, sul terreno sarebbero rimaste non meno di duemila palme. Moltissime nei giardini privati, dove ancora il punteruolo rosso e le sue voracissime larve stanno divorando le Phoenix canariensis , rendendo ancor più difficile la battaglia.
Andrea Piras