Rassegna Stampa

Il Sardegna

Odissea spazi teatrali l'Arco attende risposte dopo sei anni di stop

Fonte: Il Sardegna
29 giugno 2009

Cultura. Poche, piccole e spesso chiuse: i disagi delle sale in città

“Il Crogiuolo” entro breve avrà un incontro per definire la situazione di via Portoscalas

È un periodo caldo per le istituzioni sarde alle prese con la riorganizzazione degli spazi culturali in città e nell'hinterland. Se il Comune è sotto la lente degli osservatori per il riaffidamento dei Centri d'Arte e Cultura di cui sono scadute le concessioni, anche la Soprintendenza gioca in questo settore un ruolo fondamentale. Chiarito, sabato scorso, in occasione della conferenza stampa per la presentazione della stagione 2009 della “Notte dei Poeti” (ancora per questa edizione si svolgerà a Cagliari nel Chiostro del Lazzaretto) che l'anfiteatro di Nora tornerà presto a ospitare gli spettacoli, rimangono una serie di punti interrogativi su altri spazi in città. In attesa di conoscere il futuro del Piccolo Auditorium di piazzetta Dettori (teatro comunale non inserito tra gli spazi da affidare con un bando pubblico e concesso, per ora, di volta in volta alle singole compagnie), è forse in via di definizione il “caso” del teatro dell'Arco di via Portoscalas di proprietà del Demanio. L'edificio era stato dato in concessione ai Gesuiti che a loro volta lo avevano affidato con una sorta di “sub-concessione” alla compagnia diretta da Mario Faticoni “Il Crogiuolo” nel 1982. Da allora la città ha potuto vantare una realtà scenica di notevole interesse, portata alla ribalta nazionale da tutti i più accreditati critici e giornalisti d'oltre mare. Un piccolo spazio dove sono passati alcuni dei nomi di punta della narrativa e del teatro italiano. Nel 2002 scade la concessione ai Gesuiti: «Senza avvertire Demanio e sacerdoti, la Soprintendenza entra nel teatro per fare una ristrutturazione » spiega Faticoni. «Una serie interminabile di operazioni hanno di fatto protratto i lavori fino al 2006». Tutto sembrava risolto: «Non propriospiega il regista-perché mancano l'impianto di areazione e quello elettrico. In più tre anni di chiusura dopo il restauro hanno vanificato parte dei lavori. Sta crollando l'intonaco e ora ci voglio altri 100mila euro circa per risistemarlo». Chi deve spendere quei soldi? «Abbiamo chiesto al Demanio la concessione diretta. Prima nel 2004, poi nel 2008. Sembrava che tutto fosse risolto e invece improvvisamente ci dicono che il teatro interessa alla Regione per creare uno luogo di rappresentanza in vista del G8». Trasferito il summit in Abruzzo, la Regione cede di nuovo il passo al Demanio. «Ci hanno contattato proprio in questi giorni e a breve dovremmo incontrare i dirigenti per avere una risposta definitiva » conclude Faticoni. ¦ VLB