Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Scricchiolano i palazzi storici Nei rioni più antichi diversi stabili mostrano i segni del tempo

Fonte: L'Unione Sarda
9 febbraio 2018

Tante ristrutturazioni durante il boom del mercato immobiliare: adesso è tutto fermo Scricchiolano i palazzi storici Nei rioni più antichi diversi stabili mostrano i segni del tempo 

Più si è vecchi e più si va dal medico. Nel caso dei palazzi, dall'impresario edile. Gli anni da leone del mercato immobiliare - con il boom delle quotazioni durato fino ai primi anni di questo decennio - hanno consentito di riportare in auge palazzi storici che da tempo immemorabile erano topaie pericolanti. Nei rioni antichi di Castello prima di tutto, ma anche alla Marina, a Stampace e a Villanova, sono confluiti dall'avvento dell'euro - fino a primi anni Dieci - molti milioni di euro, e si vede: laddove sono arrivate le imprese edili, famiglie sotto la soglia di povertà e in qualche caso “barboni” hanno lasciato il posto a persone benestanti. La corsa al rialzo dei prezzi - prima o poi, doveva accadere - è però finita da qualche anno, e ora in città sono rimasti stabili un tempo di grande pregio - ad esempio Palazzo Aymerich in Castello - che sono poco più che rovine. In altri casi, quei palazzi sono forse più belli ora che quando furono eretti. Senza la pretesa di passarli in rassegna tutti, si può fare una più modesta panoramica di alcuni tra i più importanti.
EX PROVINCIA Lo stabile in piazza Galilei ospita ora uffici del ministero dell'Istruzione. Di pregevole fattura, ha fatto il lifting diversi anni fa e ora è in ottime condizioni.
EX PALAZZO INAIL Sede degli uffici del Consiglio regionale dal 1958 al '71, lo stabile all'angolo tra via Sassari, via Crispi e piazza del Carmine è un pugno in un occhio nel pieno centro di Cagliari. Diroccato, è abbandonato al suo destino e circondato da un'impalcatura che ha lo scopo di non far giungere i calcinacci fino al suolo. È indubbiamente tra gli stabili più “imbarazzanti” della città. Anche perché il proprietario è il Comune.
PALAZZO AMAT Una facciata su via Lamarmora (la migliore), l'altra su piazza Indipendenza (che si presenta invece un po' scrostata), avrebbe bisogno di qualche intervento, ma niente di troppo impegnativo.
PALAZZO ASQUER Quello in piazza Carlo Alberto, in stile barocchetto piemontese, fu recuperato dopo i bombardamenti degli Alleati, eppure oggi è un rudere che da solo fa vergognare un'intera città. Scrostato, vecchio e cadente, “indossa” un'impalcatura in grado di raccogliere i frammenti di cornicione che continuano a staccarsi.
PALAZZO AYMERICH Da tempo si tenta di rimettere in piedi il rudere dell'edificio in Castello eretto dalla famiglia catalana di cui porta il nome. Una ricorso in primo e in secondo grado alla giustizia amministrativa ha però paralizzato per sette anni tutte le buone volontà. Il tempo che è stato necessario per stabilire che cosa si può fare per far resuscitare il palazzo, alla fine si è tradotto in un ulteriore peggioramento della situazione.
PALAZZO BOYL Costruito dal marchese di Putifigari, Carlo Pilo Boyl, nel 1840, attualmente di proprietà della famiglia Tomassini Barbarossa, ha la facciata principale in ordine (quella con le palle da cannone innestate) e quella opposta in rovina. Un recente crollo ha richiesto la chiusura al traffico di alcune strade. Per quanto la situazione sia migliorata rispetto al passato, Palazzo Boyl continua a rappresentare un'emergenza.
PALAZZO INCIS Edificato in piazza Galilei secondo l'architettura del Ventennio fascista, gigantesco e bellissimo, dava alloggio agli impiegati dello Stato. Col trascorrere del tempo, i 63 appartamenti (costavano un milione di lire) sono stati riscattati dopo dieci anni da chi li occupava, e poi venduti. È in condizioni perfette.
PALAZZO LIXI Edificato tra le due guerre mondiali all'incrocio tra le vie Paoli e Settembrini, decorato da Francesco Ciusa, lesionato dai bombardamenti degli Alleati, gode oggi di buona salute. I suoi marmi rosa sono spettacolari, le scritte con la vernice spray assai meno, qualche zona è scrostata nei muri esterni.
PALAZZO SIOTTO Sede dell'omonima fondazione che dal 1990 promuove lo studio della storia sarda, lo stabile nell'ultimo tratto di via dei Genovesi - splendido all'interno - non si presenta male nella facciata. Evidenti scrostature sul lato: ha bisogno insomma di rifarsi il trucco, ma non è certamente tra le emergenze dell'architettura storica della città.
PALAZZO SOCIETÀ DEGLI OPERAI È un gioiello edificato in via XX Settembre nel 1912 in stile liberty per dare una sede alla Società degli operai del mutuo soccorso, i cui componenti non ne potevano più di riunirsi nell'aula del vecchio Municipio in Castello. Danneggiato dai bombardamenti, è oggi in ottime condizioni.
PALAZZO ROSSI Un disastro di fronte a un altro disastro. A pochi metri di distanza da Palazzo Boyl, all'incrocio tra via Lamarmora e via dei Genovesi, il Palazzo Rossi ha un nome soltanto per i castellani più anziani. È diroccato da talmente tanto tempo che le giovani generazioni nemmeno sanno come si chiama. In condizioni a dir poco disastrose, avrebbe necessità di un'iniezione di denaro molto potente per poter perdere l'aria sinistra che lo caratterizza oggi.
PALAZZO SCANO All'incrocio tra via Pola e corso Vittorio Emanuele, è in corso la ristrutturazione esterna.
PALAZZO VALDES Vastissimo, dall'ultimo tratto di viale Regina Elena si estende fino a piazza Marghinotti. Una serie di restauri dopo i bombardamenti l'hanno portato all'antico splendore.
PALAZZO VIVANET Un tempo albergo Moderno, lo stabile in stile neogotico nell'ultimo tratto di via Roma, di fronte a piazza Matteotti, era stato poi riciclato mantenendo la sua vocazione per l'ospitalità: era infatti una delle Case dello studente che l'Ersu, l'Ente regionale per il diritto allo studio, possiede in città. Ristrutturato, è rimasto indietro rispetto alle nuove norme di sicurezza ed è chiuso da anni, in attesa di ricevere studenti che in realtà non possono entrare.
PALAZZO VINCEREMO Sorto all'angolo tra via San Benedetto e via Petrarca durante il fascismo, com'è evidente dal suo nome che un tempo era anche riportato sulla facciata, è di proprietà dell'Aeronautica ed è abitato da una quarantina di famiglie di militari. È in buone condizioni, a parte i soliti pasticci fatti con la vernice spray sul muro esterno del cortile.
PALAZZO ZEDDA-ZEDDA Tipico esempio di razionalismo architettonico, lo stabile di via Macomer che si affaccia su piazza Garibaldi è stato ristrutturato non troppo tempo fa. Peccato per la piccola costruzione sul tetto (forse è la cabina del motore dell'ascensore), che dopo i lavori nel palazzo sulle tonalità delicate del rosso e del rosa è stata inspiegabilmente lasciata gialla.