Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il mercatino sceglie l'autogestione Artigianato, prodotti della terra e giochi nel cuore di Castello

Fonte: L'Unione Sarda
5 febbraio 2018

Ogni prima domenica del mese piazzetta Carlo Alberto si anima. E il quartiere risponde

Il mercatino sceglie l'autogestione Artigianato, prodotti della terra e giochi nel cuore di Castello 

La pioggia caduta sulla città all'ora di pranzo ha sforbiciato i programmi pomeridiani: in piazzetta Carlo Alberto sono rimasti pochi irriducibili. Ma è bastata la mattinata, animata dal ritmo delle percussioni e da giocolieri e attori che hanno divertito una chiassosa comitiva di bambini in maschera: il mercatino popolare autogestito di Castello, ieri in versione carnevalesca, può archiviare in positivo la domenica.
C'erano circa venticinque bancarelle, a fare da contorno alla piazzetta che si infossa davanti alla cattedrale e di fianco al Palazzo di città e a circondare la statua del «serafico Francesco», il fraticello di Assisi che, svestiti i panni del benestante, si fece povero e cantò la fratellanza tra uomo e creato. Dietro le bancarelle, ragazzi generalmente con barba, spesso con capelli lunghi, talvolta con cuffie di lana stile andino; ragazze con gonnelloni e borse di lana coloratissime; uomini e donne che hanno onorato il carnevale indossando cappelli da strega, tube, bombette e nasi rossi da pagliaccio. Sono piccoli artigiani che, per passione, tessono, cuciono, lavorano la pelle, la carta o la ceramica, suonano e/o realizzano strumenti musicali, borse, quaderni, giochi da tavolo ispirati alla storia sarda. Oppure orticoltori e agricoltori di ritorno, ovvero giovani cittadini che, spiega uno dei promotori, Fabio, «anziché emigrare hanno deciso di ritornare alla terra per produrre qualcosa per sé e gli amici».
RITORNO ALLA TERRA Lo spirito è un po' quello della decrescita felice teorizzata da Serge Latouche: visti i tempi, fare di necessità virtù. Ed ecco in vendita bietole e verdure, piante grasse, vini e liquori, olio d'oliva e oli essenziali, spugne vegetali, bacche di mirto, mandorle tostate. C'è anche chi offre cibo biologico confezionato professionalmente, o pacchi di farina e pasta di grano Senatore Cappelli. Una donna, davanti a un barbecue, vende arrosticini (un euro l'uno, sei in offerta a cinque euro).
Ma c'è anche chi, in pieno stile piazzale Trento (e dintorni) ha accolto la proposta di svuotare la cantina e provare a vendere oggetti usati: scarpe, indumenti, libri, cd, dvd, una vecchia tastiera elettronica, giocattoli fra cui anche un fucile di plastica, ovviamente inoffensivo ma non proprio politicamente corretto, né allineato all'orientamento antimilitarista degli organizzatori.
POLITICO Sì, perché il mercatino, oltre a essere popolare e autogestito, è anche politico. Nel senso più alto del termine: «L'idea di fondo è di aiutare le persone a ricordarsi che questa piazza è uno spazio pubblico», prosegue Fabio. «Collaborazione e solidarietà saranno benvenute e chiaramente non ci sarà spazio per nessun tipo di atteggiamento razzista, fascista e omofobo», chiarisce il messaggio di invito a chi volesse partecipare.
PROMOTORI A promuovere l'appuntamento, da oltre un anno, è un insieme composito di soggetti: c'è il collettivo Sa Domu-studentato occupato Casteddu (nella vicina via La Marmora), il Paguro occupazione popolare (le persone che hanno preso possesso di alcuni edifici già della Telecom a Tuvixeddu), i Mercatini del borgo, la Casa dei semi della rete Genuino clandestino Sardegna, il comitato A foras - contra a s'ocupatzione militare de sa Sardigna e, come si legge nella pagina Facebook “Mercatino di Castello”, «chi resiste e crede nella lotta».
Il mercatino, che si tiene nella piazzetta di Castello ogni prima domenica del mese e nella borgata di San Gregorio ogni terza, è un movimento spontaneo. «Non chiediamo autorizzazioni», chiarisce Fabio (ed ecco perché preferisce non rivelare il cognome): «Semplicemente veniamo qua e decidiamo di condividere un momento comune».
LA RISPOSTA L'esperimento va avanti da più di un anno. Di mese in mese, con la sua atmosfera gentile, accogliente e piacevolmente irregolare, ha saputo coinvolgere gli abitanti di un quartiere alle prese con profondi stravolgimenti sociali (Castello, frequentatissimo da turisti e crocieristi, zeppo di bed and breakfast e affittacamere, va perdendo servizi essenziali per chi ci vive) e residenti di altre zone della città. I tanti bambini ieri in piazza sono il segno tangibile del successo di un'iniziativa che, pian piano, getta radici nel cuore della città.
Marco Noce