Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I silos? Non si toccano più L'idea dell'Autorità portuale: «Un albergo a cinque stelle»

Fonte: L'Unione Sarda
5 febbraio 2018

MOLO RINASCITA.

Stop all'abbattimento da un milione di euro e via alla riqualificazione

I silos? Non si toccano più L'idea dell'Autorità portuale: «Un albergo a cinque stelle» 

 

 

«Un milione di euro per abbatterli? Una follia».
Dal giudizio per una spesa considerata un vero sperpero di denaro pubblico all'alternativa per la conservazione il passo è stato davvero breve.
I silos del molo Rinascita, memoria dello scalo industriale cagliaritano ed ex proprietà del Consorzio agrario, oggi nelle mani dell'Authority, sono salvi.
Il presidente Massimo Deiana, nominato alla guida dell'Autorità di sistema portuale la scorsa estate, ha firmato la sospensione all'abbattimento.
LO STOP Un no secco al procedimento avviato dal suo predecessore, il commissario straordinario Roberto Isidori, che spiana invece la strada della riqualificazione di un impianto costruito nel 1973 per lo stoccaggio del grano e definitivamente chiuso nel dicembre 2011 quando in uno dei silos, a 15 metri d'altezza, si era aperta una breccia e tonnellate d'orzo volarono sulla banchina.
I DUBBI «Ho letto le carte, esaminato la risoluzione del contenzioso tra il Consorzio agrario e noi, letto e riletto soprattutto il provvedimento di abbattimento firmato dal comandante Isidori ma non riuscivo a darmene una ragione. Perché non sfruttarli, questi impianti, invece di rinunciarci spazzandoli via?» dice Deiana.
Paragoni illustri, d'altra parte, esistono eccome. «A Città del Capo hanno realizzato un prestigioso museo in una struttura analoga, in diverse città del Nord Europa hanno costruito eccezionali alberghi: perché non pensarci? La tecnologia consente recuperi straordinari, mi sono convinto che sarebbe possibile anche per Cagliari. Naturalmente della sospensione dell'abbattimento ne ho parlato anche col sindaco del capoluogo Massimo Zedda».
IL FUTURO Adesso servono idee. E soprattutto progetti da parte di privati per l'utilizzo dei silos e degli edifici adiacenti.
Si tratta di venticinquemila metri cubi di silos e diecimila metri quadri di terreno intorno «che potrebbero essere trasformati - dice ancora Massimo Deiana - «in un hotel a cinque stelle affacciato sul Golfo degli Angeli, una struttura ricettiva che farebbe fare un salto di qualità al programma sull'home port legato al movimento delle crociere».
L'APPELLO Dal presidente dell'Autorità di sistema portuale parte un appello agli imprenditori privati: «Chi è interessato si faccia avanti», dice. «Ammetto che tre grossi gruppi del settore turistico alberghiero e crocieristico ci hanno già contattato. Ci hanno chiesto di conoscere i dettagli e abbiamo fornito le carte, documentazione più che altro tecnica sull'impianto che non è assolutamente, come spesso si vuol far intendere, a rischio di crolli. È l'esatto contrario: abbiamo fatto fare le valutazioni tecniche per eliminare qualsiasi pericolo. E sono proprio queste che rafforzano l'idea di un riutilizzo a fini turistico-ricettivo».
LA SCELTA Per ora il sito è salvo. Il monumento di archeologia industriale, diventato con gli anni un vero simbolo della città vista dal mare, se dovesse diventare un albergo di lusso non perderebbe le sue caratteristiche architettoniche: non potrebbe, per via dei vincoli della Soprintendenza. Ma acquisterebbe un'anima diversa, moderna e prestigiosa, a conferma di quel processo di avvicinamento dell'intera area portuale al resto della città. Il monumento è stato peraltro inserito nel Piano regolatore da 150 milioni di euro approvato anni fa dall'Autorità portuale.
Andrea PirasMOLO RINASCITA. Stop all'abbattimento da un milione di euro e via alla riqualificazione I silos? Non si toccano più L'idea dell'Autorità portuale: «Un albergo a cinque stelle»  VEDI TUTTE LE 4 FOTO «Un milione di euro per abbatterli? Una follia».
Dal giudizio per una spesa considerata un vero sperpero di denaro pubblico all'alternativa per la conservazione il passo è stato davvero breve.
I silos del molo Rinascita, memoria dello scalo industriale cagliaritano ed ex proprietà del Consorzio agrario, oggi nelle mani dell'Authority, sono salvi.
Il presidente Massimo Deiana, nominato alla guida dell'Autorità di sistema portuale la scorsa estate, ha firmato la sospensione all'abbattimento.
LO STOP Un no secco al procedimento avviato dal suo predecessore, il commissario straordinario Roberto Isidori, che spiana invece la strada della riqualificazione di un impianto costruito nel 1973 per lo stoccaggio del grano e definitivamente chiuso nel dicembre 2011 quando in uno dei silos, a 15 metri d'altezza, si era aperta una breccia e tonnellate d'orzo volarono sulla banchina.
I DUBBI «Ho letto le carte, esaminato la risoluzione del contenzioso tra il Consorzio agrario e noi, letto e riletto soprattutto il provvedimento di abbattimento firmato dal comandante Isidori ma non riuscivo a darmene una ragione. Perché non sfruttarli, questi impianti, invece di rinunciarci spazzandoli via?» dice Deiana.
Paragoni illustri, d'altra parte, esistono eccome. «A Città del Capo hanno realizzato un prestigioso museo in una struttura analoga, in diverse città del Nord Europa hanno costruito eccezionali alberghi: perché non pensarci? La tecnologia consente recuperi straordinari, mi sono convinto che sarebbe possibile anche per Cagliari. Naturalmente della sospensione dell'abbattimento ne ho parlato anche col sindaco del capoluogo Massimo Zedda».
IL FUTURO Adesso servono idee. E soprattutto progetti da parte di privati per l'utilizzo dei silos e degli edifici adiacenti.
Si tratta di venticinquemila metri cubi di silos e diecimila metri quadri di terreno intorno «che potrebbero essere trasformati - dice ancora Massimo Deiana - «in un hotel a cinque stelle affacciato sul Golfo degli Angeli, una struttura ricettiva che farebbe fare un salto di qualità al programma sull'home port legato al movimento delle crociere».
L'APPELLO Dal presidente dell'Autorità di sistema portuale parte un appello agli imprenditori privati: «Chi è interessato si faccia avanti», dice. «Ammetto che tre grossi gruppi del settore turistico alberghiero e crocieristico ci hanno già contattato. Ci hanno chiesto di conoscere i dettagli e abbiamo fornito le carte, documentazione più che altro tecnica sull'impianto che non è assolutamente, come spesso si vuol far intendere, a rischio di crolli. È l'esatto contrario: abbiamo fatto fare le valutazioni tecniche per eliminare qualsiasi pericolo. E sono proprio queste che rafforzano l'idea di un riutilizzo a fini turistico-ricettivo».
LA SCELTA Per ora il sito è salvo. Il monumento di archeologia industriale, diventato con gli anni un vero simbolo della città vista dal mare, se dovesse diventare un albergo di lusso non perderebbe le sue caratteristiche architettoniche: non potrebbe, per via dei vincoli della Soprintendenza. Ma acquisterebbe un'anima diversa, moderna e prestigiosa, a conferma di quel processo di avvicinamento dell'intera area portuale al resto della città. Il monumento è stato peraltro inserito nel Piano regolatore da 150 milioni di euro approvato anni fa dall'Autorità portuale.
Andrea PirasMOLO RINASCITA. Stop all'abbattimento da un milione di euro e via alla riqualificazione I silos? Non si toccano più L'idea dell'Autorità portuale: «Un albergo a cinque stelle»  VEDI TUTTE LE 4 FOTO «Un milione di euro per abbatterli? Una follia».
Dal giudizio per una spesa considerata un vero sperpero di denaro pubblico all'alternativa per la conservazione il passo è stato davvero breve.
I silos del molo Rinascita, memoria dello scalo industriale cagliaritano ed ex proprietà del Consorzio agrario, oggi nelle mani dell'Authority, sono salvi.
Il presidente Massimo Deiana, nominato alla guida dell'Autorità di sistema portuale la scorsa estate, ha firmato la sospensione all'abbattimento.
LO STOP Un no secco al procedimento avviato dal suo predecessore, il commissario straordinario Roberto Isidori, che spiana invece la strada della riqualificazione di un impianto costruito nel 1973 per lo stoccaggio del grano e definitivamente chiuso nel dicembre 2011 quando in uno dei silos, a 15 metri d'altezza, si era aperta una breccia e tonnellate d'orzo volarono sulla banchina.
I DUBBI «Ho letto le carte, esaminato la risoluzione del contenzioso tra il Consorzio agrario e noi, letto e riletto soprattutto il provvedimento di abbattimento firmato dal comandante Isidori ma non riuscivo a darmene una ragione. Perché non sfruttarli, questi impianti, invece di rinunciarci spazzandoli via?» dice Deiana.
Paragoni illustri, d'altra parte, esistono eccome. «A Città del Capo hanno realizzato un prestigioso museo in una struttura analoga, in diverse città del Nord Europa hanno costruito eccezionali alberghi: perché non pensarci? La tecnologia consente recuperi straordinari, mi sono convinto che sarebbe possibile anche per Cagliari. Naturalmente della sospensione dell'abbattimento ne ho parlato anche col sindaco del capoluogo Massimo Zedda».
IL FUTURO Adesso servono idee. E soprattutto progetti da parte di privati per l'utilizzo dei silos e degli edifici adiacenti.
Si tratta di venticinquemila metri cubi di silos e diecimila metri quadri di terreno intorno «che potrebbero essere trasformati - dice ancora Massimo Deiana - «in un hotel a cinque stelle affacciato sul Golfo degli Angeli, una struttura ricettiva che farebbe fare un salto di qualità al programma sull'home port legato al movimento delle crociere».
L'APPELLO Dal presidente dell'Autorità di sistema portuale parte un appello agli imprenditori privati: «Chi è interessato si faccia avanti», dice. «Ammetto che tre grossi gruppi del settore turistico alberghiero e crocieristico ci hanno già contattato. Ci hanno chiesto di conoscere i dettagli e abbiamo fornito le carte, documentazione più che altro tecnica sull'impianto che non è assolutamente, come spesso si vuol far intendere, a rischio di crolli. È l'esatto contrario: abbiamo fatto fare le valutazioni tecniche per eliminare qualsiasi pericolo. E sono proprio queste che rafforzano l'idea di un riutilizzo a fini turistico-ricettivo».
LA SCELTA Per ora il sito è salvo. Il monumento di archeologia industriale, diventato con gli anni un vero simbolo della città vista dal mare, se dovesse diventare un albergo di lusso non perderebbe le sue caratteristiche architettoniche: non potrebbe, per via dei vincoli della Soprintendenza. Ma acquisterebbe un'anima diversa, moderna e prestigiosa, a conferma di quel processo di avvicinamento dell'intera area portuale al resto della città. Il monumento è stato peraltro inserito nel Piano regolatore da 150 milioni di euro approvato anni fa dall'Autorità portuale.
Andrea Piras