Doppia riunione dei sindacati con Cict, Comune, Authority e Camera di commercio
Porto canale, nuove speranze La Regione investe dieci milioni per l'acquisto delle gru
Su un concetto sono tutti d'accordo: per rilanciare il Porto canale è necessario attrarre i traffici intercontinentali mettendo a disposizione delle grandi navi ottimi servizi (gru, fondali, spazi) a costi bassi (zona franca). Facile a dirsi, difficile a farsi. Sono stati questi i temi degli incontri ai quali hanno partecipato i rappresentanti dei lavoratori dello scalo commerciale. Di mattina i sindacalisti sono stati ricevuti dal direttore delle operazioni della Cict. Di pomeriggio hanno esposto le loro preoccupazioni nel tavolo convocato dal sindaco Massimo Zedda a Palazzo Bacaredda.
LE SPERANZE Crollo dei movimenti dei container e degli attracchi delle navi. I numeri che ieri mattina Massimiliana Tocco (Cgil), Corrado Pani (Cisl) e William Zonca (Uil) hanno esposto ad Andrea Cervia, il direttore delle operazioni della Cict (il terminalista che ha in concessione lo scalo) sono drammatici. Al limite della disperazione: il calo nel 2017 è stato del 38 per cento. L'inversione di tendenza registrata a gennaio è più che una speranza. «Cervia ha spiegato che gli uffici commerciali della Cict stanno cercando di instaurare nuovi contratti, ma per essere più competitivi con gli altri porti dobbiamo avere una fiscalità di vantaggio e attuare una diminuzione dei costi dei servizi». Ecco la formula per contrastare la concorrenza e per rilanciare il Porto canale salvaguardando i lavoratori: tasse di ancoraggio, a zero; costi per piloti e rimorchiatori ridotti; fiscalità di vantaggio. «È giunto il momento di pensare al transhipment in maniera diversa», afferma Pani della Cisl. «C'è la necessità urgente che le parti coinvolte convergano su un unico obiettivo: rilanciare il Porto canale rendendolo più appetibile con politiche di incentivazione e defiscalizzazione. Queste, insieme alla copertura del 90% delle tasse di ancoraggio a lungo termine, a una riduzione dell'Iva sulle merci lavorate e a uno sconto sulle accise per i rifornimenti delle navi».
IL TAVOLO Al tavolo convocato a Palazzo Bacaredda hanno partecipato, oltre ai sindacati, il presidente della Camera di commercio Maurizio De Pascale, il presidente dell'Autorità portuale Massimo Deiana e il capo di gabinetto della Regione Gianluca Serra. «Non sfugge a nessuno che c'è l'urgenza di trovare le soluzioni per far ripartire lo scalo», dice Zedda. Ma è necessario stringere i tempi. «Chiederò al presidente della Regione Francesco Pigliaru, dopo questo incontro interlocutorio, di convocare un vertice in tempi stretti. Posso ipotizzare due settimane. Successivamente - aggiunge il sindaco - sarà fondamentale discutere anche del porto storico di via Roma». Il presidente dell'Autority Deiana ha rimarcato la necessità del deposito di gas naturale liquido. «Il Gnl è uno degli elementi strategici. Dal 2020 il traffico navale subirà una svolta verde e noi non possiamo arrivare ultimi». De Pascale è ottimista: «La Cict non ha alcuna intenzione di lasciare lo scalo cagliaritano».
NUOVE GRU La Regione, con il capo di gabinetto Serra, ha chiesto che Comune e Autorità portuale realizzino presto la perimetrazione della zona franca doganale. Con il recupero delle risorse di un contratto di programma di 10 anni fa andate in economia sarà finanziato il ricambio del parco gru.
I CONFEDERALI «Abbiamo avuto rassicurazioni anche se continuiamo a essere preoccupati per la prospettiva dei posti di lavoro e per il complessivo rilancio del porto industriale», hanno detto i segretari Cgil, Cisl e Uil Carmelo Farci, Ignazio Usai e Gianni Olla. Il porto ha necessità di interventi urgenti come l'adeguamento dei servizi e delle dotazioni portuali, a partire dalle nuove gru, la definizione di un regime fiscale agevolato, una verifica puntuale dei costi di ancoraggio».
Andrea Artizzu