Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Anche gli italiani scoprono il mestiere di badante In città 300 cercano lavoro

Fonte: La Nuova Sardegna
26 giugno 2009

VENERDÌ, 26 GIUGNO 2009

Pagina 2 - Cagliari

di Pablo Sole


La “Rete degli assistenti familiari” varata dal Comune è operativa da un anno, i risultati del primo bilancio




CAGLIARI. La “Rete pubblica degli assistenti familiari” varata dal Comune è operativa da un anno, dopo 24 mesi di preparazione e nel palazzo di via Roma è tempo di bilanci. ‹‹Si tratta di uno strumento che ha una duplice funzione - ha affermato ieri durante l’assessore alle Politiche sociali Anselmo Piras -. Da un lato indica alle famiglie l’operatore più adatto a seconda delle esigenze».
«Dall’altro», ha aggiunto Piras, «si occupa di promuovere la formazione degli assistenti. Da quando abbiamo attivato questo servizio sono state duecentoquarantadue le famiglie che per trovare un assistente familiare qualificato si sono rivolte all’ufficio appositamente allestito in via Eleonora d’Arborea 10. Inoltre, grazie alla collaborazione con l’Asl 8, l’associazione Cif, le Acli e la Nuova unità di servizi onlus, abbiamo promosso la formazione di decine di assistenti poi inseriti nel registro comunale». Che oggi può contare su 457 iscritti. Di questi, trentotto sono maschi e quattrocentodiciannove donne. In particolare, gli assistenti italiani sono trecentouno mentre gli stranieri sono centocinquantasei, provenienti principalmente dall’Ucraina e dalla Romania. «Dai dati che abbiamo - ha detto la dirigente dell’area Servizi al cittadino Ada Lai - quello fornito dallo sportello di via Eleonora d’Arborea risulta essere uno dei servizi comunali più richiesto. Ma ci siamo resi conto di un altro elemento interessante: sempre più italiani hanno deciso di intraprendere il mestiere di assistente familiare, ruolo che fino a qualche tempo fa era prerogativa dei cittadini stranieri, in particolare ucraini. Evidentemente, hanno capito che un lavoro nel campo dei servizi alla persona si rivela un ottimo impiego».
La nascita della “Rete pubblica degli assistenti familiari” ha anche consentito di far in parte emergere il lavoro nero che spesso caratterizza questo settore. Secondo i dati illustrati ieri in municipio, dall’avvio del progetto sono stati centocinquanta i contratti regolarmente firmati tra assistente e assistito. In questo senso, «l’ipotesi è quella di creare, nel lungo periodo, un’azione di coinvolgimento degli operatori assistenziali quanto più massiccia possibile - si legge in una nota del Comune - per promuovere la progressiva riduzione del lavoro nero nel settore dell’assistenza alla persona». Negli ultimi mesi l’amministrazione ha promosso la formazione di centocinque operatori e ad oggi altri centododici stanno seguendo i corsi.