Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stop alla giostra della discordia

Fonte: L'Unione Sarda
19 gennaio 2018

VIA BACAREDDA. Il presidente della cooperativa: «Ma non ci sono abusi, qui è tutto in regola»

 

San Benedetto, il Tar conferma il no del Comune a Matherland 

 

«Sono sbalordito, il nostro sarebbe dovuto essere intrattenimento invece è diventato un incubo. Sembra il peggior disturbo per il Comune di Cagliari».
Il Tar ha respinto le richieste di Matherland: impossibile riprendere i lavori per le giostre nell'ex mobilificio Marino Cao. Luciano Marengo, presidente della cooperativa, incassa la sconfitta con un po' di rassegnazione. I tribunale amministrativo regionale non ha accolto la richiesta di sospendere l'ordinanza del Comune che ha bloccato l'installazione delle giostre tra via Bacaredda e via San Rocco ed è andato oltre il provvedimento del Comune: nella sentenza viene evidenziato che il «trattamento del terreno» avrebbe avuto bisogno di un apposito nulla osta perché si tratta di «aree di massima attenzione». La palla passa ora alla conferenza di servizi che sta per dare il parere definitivo sul progetto del Matherland.
PARLANO GLI AVVOCATI «Pur non riscontrando la realizzazione di alcuna attività avente rilevanza edilizia (e quindi escludendo ogni tipo di abuso in tal senso a differenza di quanto sostenuto dal Comune) - commentano gli avvocati Giuseppe Farris e Giuseppe Martelli - il Tar ha ritenuto l'area di massima attenzione, per cui qualsiasi attività sulla stessa, secondo i giudici, dovrebbe essere verificata, prima di poter essere portata avanti, sotto il profilo della tutela paesaggistica». In passato il Comune ha utilizzato quegli spazi come parcheggio e di recente il Consiglio comunale ha dato il primo parere favorevole a una lottizzazione che trasformerà l'ex mobilificio in una piazzetta circondata da palazzi. «A questo punto Matherland farà le sue più opportune valutazioni in tutte le sedi competenti - concludono i legali - essendo però fin d'ora evidente la contraddizione tra la valenza paesaggistica che parrebbe avere tale area e l'utilizzo che ne ha fatto nel tempo il Comune di Cagliari».
BATTAGLIA LEGALE Mentre va avanti l'iter, tra sentenze e conferenze di servizi, la cooperativa Matherland ha deciso di portare la questione anche sul piano penale con un esposto in Procura. Secondo la coop gli abusi contestati dal Comune sarebbero stati realizzati dalla stessa amministrazione quando era intervenuta su quel terreno per creare un parcheggio. Le giostre di Natale si sono rivelate un incubo. «Ci sono 35 famiglie col fiato sospeso, siamo in attesa da tempo di una risposta e non è stato possibile aprire al pubblico nel periodo natalizio, come abbiamo sempre fatto», commenta Luciano Marengo, che assicura di non aver commesso abusi e rispettato le regole. Le perplessità del Comune sono state espresse subito, quando al posto di un terreno abbandonato con sterpaglie sono cominciati ad apparire l'autoscontro e le montagne russe.
«NESSUNA FORZATURA» «Da parte nostra nessuna mancanza di rispetto o forzatura, si tratta di installare strutture amovibili in un terreno privato - spiega Marengo - la procedura è questa, abbiamo cominciato i lavori mentre veniva predisposto il progetto dettagliato. Un parco giochi riservato ai bambini, niente di invasivo, ideato per dare luce a quest'angolo della città. Ora sembra che il nostro sia un intervento titanico, ma si tratta di un mese di giostre: niente che stravolga il paesaggio». Lo stupore di Marengo deriva dal fatto che in città vengono autorizzate diverse iniziative a carattere temporale, dai gazebo in piazza del Carmine alle manifestazioni nel Corso fino al megapalco per Capodanno nel Largo. «Non credo che in quei casi venga tirata in ballo la tutela paesaggistica, mentre sembra che le mie giostre debbano rimanere qui per sempre - precisa il numero uno di Matherland, che vede tramontare l'idea di attaccare la spina - il nostro è uno spettacolo itinerante, siamo arrivati qui per il Natale e speravamo nel Carnevale, a questo punto dovremo riprendere la nostra strada».
M. Z.